Immediatamente riconducibili a quello che è il power prog "all'italiana", questo quanto sentenzia "The Equilibrium of the Hidden", primo demo per i romani
Lykaion. Purtroppo la registrazione, piuttosto piatta e senza nerbo, non aiuta molto il gruppo, accentuando un senso di incertezza che traspare nell'esecuzione, con la voce che risulta davvero troppo spesso slegata dal contesto musicale. Se a questo aggiungiamo i diversi luoghi comuni, ed alcuni passaggi leziosi che attraversano "The Equilibrium of the Hidden", la situazione non è certamente rosea. Presi singolarmente i quattro musicisti (più l'ospite Fabrizio Oliva che ha suonato l'assolo di chitarra su "The Letter") non se la cavano nemmeno male, la voce di Luca Mazzilli sembra adatta al genere, mentre la parti di chitarra di Fabio Valentini mostrano una maggior intraprendenza di quelle del tastierista Marco Minno, il quale non riesce invece a dare una propria impronta ai brani. L'opener "Journey through the Mirror" ha delle interessanti, anche se non originalissime, linee vocali, ma non convince il tappeto di tastiere che le accompagna, alquanto classico il break ed il ricorrersi tra chitarra e tastiera. "Black Day" parte più che bene, aggressiva, a livello vocale e di guitarwork, per smarrire però in seguito la "retta via". Invece "The Letter", il brano che mostra l'approccio più progressive del disco, non decolla praticamente mai, soffrendo più degli altri la pessima registrazione. Detto dei difetti del promo, passiamo prima alle scusanti: la giovane età di un gruppo peraltro alla sua prima incisione, e la difficoltà di raggiungere e mantenere una line-up stabile che si consolidi attorno al nucleo composto da Luca Mazzilli e Fabio Valentini.
Le note positive sono ovviamente la passione che i ragazzi ci hanno messo e qualche idea qua e là, come l'energia e i cambi di ritmo messi in atto su "Black Day". Purtroppo questo non basta, c'è ancora molto da rifinire.
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