C’è una bella differenza tra omaggio e plagio, per fortuna i tedeschi rientrano nella prima categoria, si sente la loro deferenza per quello che è stato il sound svedese del black metal con numi tutelari come
Dissection, Necrophobic e non solo.
Basta ascoltare l’opener che sembra estrapolata dagli album di queste summenzionate formazioni; le melodie ed i riff che riconducono a questa scuola di pensiero che tanto ha dato nei nineties.
Però mi occorre dire che va bene l’influenza ma a volte non basta, come nella titletrack che è una sorta di rilettura di brani che si potrebbero trovare su un disco come “
The Somberlain”.
Per fortuna il quartetto guidato dal buon
Steffen Kummerer, mastermind degli
Obscura sa finalmente distaccarsi dai clichè e mostrare personalità come in “
Acheronian cult”, tra passaggi acustici, cadenze serrate e melodie di chitarra il pezzo è godibile.
All’interno dell’album a far tirare il fiato ci sono anche degli intermezzi strumentali acustici che fanno capire che la band non sa solo picchiare, ma creare atmosfere melodiche e sinistre.
L’ultima traccia, la più lunga, circa otto minuti chiamata appositamente “
The final closure” parte con dei begli arpeggi acustici sui quali si stagliano armonizzazioni di chitarra.
Qui la volontà di voler fare sentire il
Thulcandra sound è evidente; pezzo epico che ti trascina lentamente con un approccio doomy e possente con all’interno passaggi acustici e melodie drammatiche.
Veniamo al dunque ora; questo quinto album è ancora dipendente di un certo stile che però ora finalmente lascia trasparire una volontà di plasmare con personalità questa influenza swedish, finalmente.
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