Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:67 min.
Etichetta:Mascot Records

Tracklist

  1. SR PRELUDE
  2. THE GLAMATTACK
  3. GOLDEN AGE OF MUSIC
  4. THE RISE OF THE STARMAN
  5. BURN IT DOWN
  6. ODYSSEY
  7. THEY TOOK US BY STORM
  8. GOLDEN BOY
  9. HOLY HOLY GROUND
  10. FIGHT OF THE CENTURY
  11. CAME TO MOCK, STAYED TO ROCK
  12. CHILDREN OF THE REVOLUTION (BONUS TRACK)
  13. HEARD IT ON THE X (BONUS TRACK)
  14. FANTASY (BONUS TRACK)
  15. LOVE IS ALL (BONUS TRACK)

Line up

  • Arjen Lucassen: bass
  • Joost van den Broek: keyboards
  • Timo Somers: guitars
  • Koen Herfst: drums
  • Jaycee: vocals

Voto medio utenti

Quell'artista alto alto e semplicemente geniale che corrisponde al nome di Arjen Lucassen ne ha combinata un'altra delle sue. Cambiando nettamente (ma poi così tanto?) direzione artistica, il nostro eroe si circonda di nomi fidati, collaboratori di vecchia data e artisti adeguati alla nuova, folle idea che gli è venuta in mente: mettere in musica gli anni '70 dell'hard rock, quel periodo seminale senza il quale non ci sarebbe un buon 80% della musica che ascoltiamo oggi, gli anni '70 di "Burn", degli Zeppelin, dei primi Sabbath, gli anni '70 di "Close to the Edge" (e come potrebbe essere altrimenti) e di David Coverdale. Il risultato è "Golden Age of Music", titolo quantomai esplicativo per un album che ha la dichiarata funzione di celebrare, celebrare, celebrare.

La band alle spalle di Arjen (che qui si occupa principalmente del basso) è davvero di tutto rispetto: oltre al fido Joost van den Broek alle tastiere (e che tastiere! Disclaimer: uso smodato dell'hammond!), troviamo Timo Somers, già fondatore dei Delain, il batterista-terremoto Koen Herfst, una sorta di versione moderna di Carmine Appice, e John JayCee Cuijpers, nome noto in casa Ayreon e dintorni, che reputo la scelta più adatta con la sua voce potente, rauca quando serve ma molto melodica.

Il risultato è un album che inevitabilmente, soprattutto all'orecchio smaliziato, fa alzare il sopracciglio in più di un'occasione; qui le 'dimostrazioni d'amore' (chi ha detto citazioni al limite dello scippo???) sono tante, ma sono intenzionali, volute, funzionali alla stessa raison d'etre di un disco come questo.
Il progetto 'Supersonic Revolution', insomma, sarà anche un divertissement, ma è perfettamente riuscito, centrando in pieno il suo obiettivo dichiarato, ed offrendo all'ascoltatore nostalgico (ma anche a quello che non lo è) un'oretta e passa di hard rock, venato di prog qua e là, pieno di vibe anni '70 e davvero divertente. E quando mai ne sbaglia una.



Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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