Quindici anni di onesta carriera festeggiati dagli statunitensi
Garoted con il loro quarto full length, intitolato
'Bewitchment Of The Dark Ages', disco che non tradisce in nessun modo il trademark della band, un death/thrash furioso, senza pause o respiro, che come una valanga di neve distrugge tutto ciò che si pone sulla sua strada. Poco più di mezz'ora per un disco che, seguendo la scia dei suoi precedenti lavori, non fa prigionieri e ha una sola parola in mente per tutta la sua durata, distruzione.
Una distruzione, purtroppo, anche un po' monotona ad essere sinceri. Perchè se da una parte è vero che i
Garoted ci mettono tutta la buona volontà e l'impegno possibile, è innegabile dall'altra affermare come questo nuovo album non sia proprio il manifesto dell'originalità o perlomeno dell'intrattenimento. Risulta estremamente difficile distriscarsi tra i riff, ricordarsi un pezzo dall'altro, prendo
'Unfathomable Manifestation' e
'Black Canticle of Horror' che sono due facce della stessa medaglia per fare un esempio, o capire quando inizia una canzone e finisce la precedente. Il che è veramente un peccato, perchè alla fine la produzione non è assolutamente male anzi, nitida e dove si sentono estremamente bene tutti gli strumenti, basso compreso, ma che si perdono in un marasma di confusione dove è davvero complicato riuscire ad avere uno spiraglio di flebile luce per mettere un attimo in ordine i pezzi. L'atteggiamento generale ricorda un po' gli ultimi lavori dei Sodom (EP compresi sopratutto), come in
'Pestiferous', ma il difetto essenziale, come già ampiamente discusso, è troppo preponderante per pensare o concentrarsi ad altro.
Poteva uscirne qualcosa di molto migliore? Assolutamente sì. Occasione persa? Non mi sento di essere troppo pessimista, perchè son sicuro che alla fine i suoi ascoltatori ed estimatori li troverà, ma difficilmente nella stragrande maggioranza degli altri supererà il primo ascolto.
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