Nuovo album per gli svedesi
Carry The Torch che, dopo una paua considerevole di 4 anni dovuta probabilmente alla situazione pandemica, si presentano con il successore del debut
'Obsession', uscito nell'estate del 2019. Le novità essenziali passate in questo lasso di tempo sono poche, ma rilevanti. La band è passata sotto l'ala della
Black Lion Records ma, la novità più importante, si passa da un terzetto ad un quartetto, con l'inserimento di
Björn Lindgren dietro le pelli, ruolo che inizialmente era ricoperto da
Philip Nilsson, che si occupava sia della batteria che delle chitarre. Un aggiunta che sicuramente ha contribuito ad irrobustire il sound del gruppo e a renderlo più compatto, ma che per quanto riguarda la parte inerente al songwriting, non ha fatto miracoli.
I
Carry The Torch si muovono su un thrash metal che guarda più al moderno che all'old-school, ricalcando un po' la scia di band come Bonded o i Dust Bolt di
'Mass Confusion', ma senza raggiungere quel picco qualitativo. 'Delusion' si difende abbastanza bene, tra l'incedere arcigno di 'Where Dead Saints March' o di
'El Nino', ma l'impressione è quella di trovarsi non solo ad una lista di canzoni pressochè tutte molto simili, seppur l'uso di una forte melodia nei ritornelli aiuti un attimo a riconoscere, ad esempio una
'Clear View of the End' da
'Children of the Purge', due pezzi essenzialmente identici, anche nei riff, ma anche di fronte ad una produzione pasticciosa, molto confusa. Le chitarre non emergono mai in primo piano, hanno un suono caotico, eccessivamente sporco, che certo non aiuta nel giudizio complessivo.
'Delusion' è un disco che può divertire una prima volta, questo non lo metto in dubbio, ma difficilmente finirete col ricordarvi un suo solo ritornello o passaggio. Sarà per la prossima.
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