Se avessi una macchina del tempo, mi sarebbe piaciuto poter essere nel 1986 quando in Brasile, la patria del calcio per eccellenza, si assistette al debutto di un manipolo di ragazzini terribili chiamati
Sepultura.
Ora i due fratelli fondatori della band,
Max e
Iggor Cavalera per celebrare l’entrata nel roster della potente
Nuclear Blast che gli viene in mente?
Di riregistrare quel primo disco aggiungendovi l’esperienza maturata nel corso degli anni e con le nuove tecnologie moderne, rispolverando il carattere grafico originario della band madre.
Tutto molto bello sulla carta…ma solo sulla carta; perché io, non per essere integralista, non capisco operazioni del genere.
Il disco in questione non è malaccio, è del buon thrash/ black metal ottantiano con chitarre a zanzarina, batteria serrata e veloce con vocione incorporato e quando hai quei due nomi lì davanti, difficilmente si hanno brutte sorprese.
Ma non capisco il motivo di riregistrare un disco che nel bene e nel male è già presente e ha nel suo piccolo un tassello importante per comprendere l’evoluzione non solo dei verdeoro ma del metal estremo negli anni ottanta; vuoi che la registrazione per budget e le finanze della piccola
Cogumelo Records non consentissero fare chissà che cosa al tempo e non si sentissero soddisfatti, ma a mio parere quell’esordio ha una genuinità e spirito che non puoi resuscitare a comando.
Perciò mi dispiace ma a mio parere sarebbe stato più giusto fare un album nuovo con un’attitudine simile, peccato.
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