Al tempo avevo giudicato
'The Unknown' degli
Edge Of Paradise come un disco privo di qualsivoglia originalità, pregno di scopiazzature agli Amaranthe (i quali a loro volta sappiamo quali siano i difetti), con un songwriting veramente banale e che mai riuscisse a venire alla luce in dei momenti significativi. Bene, sono passati altri due anni da quel dico, ed è tempo di uscire con il nuovo lavoro
'Hologram', e la domanda è se saranno riusciti a fare di meglio, o se quella che si ha davanti è un'ennesima fotocopia. La risposta è purtroppo quest'ultima, ma alla quale ci si aggiunge un'aggravante, almeno a mio modo di vedere. Il persistere su canzoni e uno stile musicale che non porta letteralmente da nessuna parte, se non nel riciclaggio continuo e assiduo di parti già sentite nela loro discografia, di una mancanza di idee allucinante, ma andiamo nello specifico.
'Hologram' ha essenzialmente due facce, una non migliore dell'altra, ma che si equivalgono entrambe allo stesso modo. Una più pop e 'ballerina', contrassegnata da canzoni come la Titletrack o
'Unbeatable', ritornelli facilotti aiutati anche dagli eterni
'ooooh ooooh', presenti tra l'altro in quasi ogni pezzo dell'album, e un altro lato che vuole passare come riflessivo, costruito, che vuole donare un certo pathos epico come
'Soldier Of Danger', dove il riff portante non aiuta certo ma anzi, dopo un minuto viene voglia di andare avanti nell'ascolto perchè si ha l'impressione di aver sentito già tutto, e lo stesso discorso è fattibile anche per
'Don't Give Up On Me'. Il tutto è condito da una produzione molto sci-fi, futuristica, ma che alla fine suona un po' come un mappazzone generale, dove sopratutto la voce di
Margarita Monet esce fuori come monotona, mai diversa, nessuna sfumatura, dove il tutto segue una linea standard che non fa mai sobbalzare dalla sedia.
Inconsistente potrebbe essere la parola migliore per definire
'Hologram', che si aggiunge alla discografia della band, che comincia ad essere importante, senza però spiccare o differenziarsi dai suoi predecessori. Finchè la noia non prenderà il sopravvento..
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