Il gruppo comasco nasce 3 anni fa dal desiderio di 4 amici di riunirsi e mettere su una band che suonasse musica sporca, diretta, come si dice "
in your face".
Nascono cosi i
The Oldy Bastards che fanno uscire quest'anno il loro album di debutto che ci presenta 12 proiettili di Death'n'Roll vecchia maniera che attinge dai maestri del genere in primis gli Entombed del periodo Wolverine Blues ( qui coverizzati col brano "
Out Of Hand") non disdegnando un'impronta Thrash di fondo.
Indubbiamente, pur essendo palesemente derivativi, i Nostri riescono a dare un'impronta personale alla loro proposta anche grazie ad alcune parti vocali accennate in italiano miste all'inglese e ad un songwriting energico e sufficientemente tecnico per il genere proposto, brani quali "
Scare A Moose", "
Hansen And Ratel" ad esempio hanno un intreccio chitarristico interessante con massicce dosi di groove. Il singer ha una impostazione vocale che ricorda in alcuni frangenti James Hetfield ed in altri Phil Anselmo, mentre le chitarre la fanno da padrona in sede ritmica proponendoci riff taglienti e molto melodici a volte più veloci a volte più articolati. "
M.i.l.f." spicca per la sua carica dirompente e per il cantato sofferto ed aggressivo un pò alla Slipknot, la titletrack ha una matrice rock'n'roll che la rende molto easy e cantabile, "
The Godfucker" fa della velocità la sua caratteristica principale mentre "
Riff Raff Jackals" mi ha ricordato i migliori Anthrax, chiude il lavoro l'ironica e cattivissima "
The Big G" che è la trascrizione in musica della testimonianza di Alberto Bibbiogero durante il "Processo Uva".
Non è dato sapere se "
Can't Be The Classics" è un progetto estemporaneo o avrà un seguito, ma sicuramente merita un ascolto.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?