I
Witchskull fanno parte della guardia doom metal dura e pura senza nessun compromesso alcuno, la pesantezza ed il pathos emotivo che traspaiono dai brani è percettibile.
Una rivista settoriale nostrana, ha citato all’interno influenze N.W.O.B.H.M, sinceramente non so dove le abbiano pescate queste influenze perché ascoltando le otto tracce si nota un climax sabbathiano in questi aussie ma zero riferimenti all’ondata metal britannica degli anni 80.
Il mid tempo d’apertura “
Tyrian dawn”, è fatto di riff heavy/ blues, graffi possenti e la voce del frontman pulita e carica di amarezza per poi ecco passare al chorus semplice ma efficace.
“
Sun carver” ha una vigorosa spinta blues iperamplificata, composizione serrata, qui aleggia lo spirito di certi Sabbath per l’oscurità del brano con un chorus denso per emotività e melodia.
Sul finale tutto si trasforma in una cavalcata selvaggia acidissima e potente.
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The serving ritual” è una cavalcata selvaggia con chitarre ribassate e una voce in grande spolvero.
Il terzetto conosce molto bene la materia e la usa a piacere iperamplificandola con cambi di tempo lenti e assoli brucianti.
La titletrack è doom all’ennesima potenza, nero macigno inscalfibile con la voce declamatoria del leader
Marcus De Pasquale che vibra emozione.
Le chitarre sono livide e rendono bene l’amarezza di fondo del tutto.
Se volete un disco che è la quintessenza del doom metal, siete nel posto giusto, fatelo vostro ed alzate il volume.
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