Terza fatica discografica, intitolata
The Ashen Child, per gli inglesi
The Spectre Beneath, terzetto dedito ad un prog-power roccioso, ma anche emotivamente intenso e caratterizzato da una certa eleganza di fondo, a cui indubbiamente contribuisce la scelta di una voce femminile (nel caso specifico la nuova cantante
Stevie, che subentra alla “storica” L.Lockser).
Partirei proprio da questo elemento nell’analisi dell’album: non era facile sostituire la precedente singer (andatevi ad ascoltare i primi 2 lavori della band per apprezzarne le doti), eppure il timbro della nuova vocalist è incredibilmente versatile, trovandosi a proprio agio sia nelle parti più aggressive (e ce ne sono parecchie, a partire dall’iniziale
Forsaken...We All Fall), sia in quelle più riflessive e raffinate (su tutte, spicca l’affascinante
As Far As The Eye Can See).
Detto delle abilità di
Stevie, bisogna però riconoscere che il “lavoro sporco” viene svolto dagli altri membri che compongono i
The Spectre Beneath, ovvero
Pete “Paz” Worrall alla chitarra (ma anche alle tastiere e al basso) che, a dire il vero, viene coadiuvato in fase di assoli da
Tasos Lazaris e
Consta Taylor alla batteria.
Questi musicisti, costituiscono le solide fondamenta su cui si erge
The Ashen Child in tutta la sua bellezza e la sua classe, mescolando armonicamente sostanza, che si concretizza attraverso le classiche partiture arcigne ed imprevedibili del prog-power, palesi nell’impetuosa
Refuse Of The Past o nella già citata
Forsaken...We All Fall, e profondità emotiva, palpabile nella dreamtheateriana
Time Dilation.
Menzione a parte merita la title-track, una suite finale suddivisa in 2 distinti capitoli; il primo, intitolato
The Ashen Child: New Home, contraddistinto da tinte poetiche ed intime, mentre il secondo, dal titolo
The Ashen Child: Fallen Off The World, molto più aggressivo, sembra sprigionare tutta la tensione che il platter ha accumulato nelle precedenti tracce.
Insomma, anche questa volta i
The Spectre Beneath convincono in pieno, realizzando un bel disco, intenso e trascinante, anche se sicuramente più asciutto rispetto ai due precedenti (dura solo 36 minuti!), ma altrettanto efficace! In
The Ashen Child tutto gira per il verso giusto, dalle linee melodiche, all’ossatura robusta dei singoli brani, passando per il trasporto emotivo che le composizioni sono in grado di trasmettere.
Consigliato agli amanti di Symphony X, Vanden Plas, Elegy, Pagan’s Mind ed affini.
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