Copertina 8

Info

Anno di uscita:2023
Durata:38 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. THE HARDEST PART IS LOSING YOU
  2. GOT IT!
  3. ANTHEM
  4. CHILDREN OF THE NIGHT
  5. HEARTS COLLIDE
  6. I DON'T GET IT
  7. THE BROKEN
  8. SO LONG, FAREWELL, GOODBYE
  9. HIGH ROAD
  10. ONE STEP CLOSER TO YOU
  11. FORGIVEN

Line up

  • Erik Mårtensson: vocals
  • Magnus Henriksson: guitars
  • Philip Crusner: drums
  • Victor Crusner: bass

Voto medio utenti

Affrontare il nuovo album di uno dei propri consolidati “eroi musicali” implica sempre un misto di ansia, euforia e dubbio.
Se poi si tratta di una band prestigiosa come gli Eclipse, alla decima prova in studio, l’interrogativo principale riguarda la loro “tenuta”, finora pressoché impeccabile, e le scelte espressive che gli svedesi a questo punto della loro parabola artistica hanno deciso di sostenere.
Insomma, il rischio maggiore era quello di essere “fagocitati” dalla routine, e diciamo subito che i nostri da autentici protagonisti del rockrama contemporaneo scongiurano tale pericolo.
A sorprendere (appena) un po’ è la modalità operativa impiegata per evitare di “ripetersi” e che mi “costringe” ad affermare che “Megalomanium” è probabilmente il disco più “commerciale” della carriera di Erik Mårtensson e dei suoi pards.
Un attributo che spesso ha una valenza negativa, almeno nelle valutazioni superficiali di tanti sedicenti “puristi” del metallo, ma che qui, grazie al carisma di una compagine intelligente ed erudita, si esprime in maniera ponderata e coerente, senza intaccare l’identità del gruppo.
Ciò non toglie, come anticipato, di “meravigliarsi” per il ritornello vagamente Foo Fighters-esco dell’adescante atto d’apertura dell’opera “The hardest part is losing you”, gli accenni di orecchiabilità indie-rock (con un alito dei The Killers nell’impasto sonico) di “Got it!” o ancora per il tocco garage-punk di “I don't get it” (qualcosa tra The Hives, Bon Jovi e Billy Idol) e l’enfasi power-pop di “The broken”, in cui si scorge sullo sfondo addirittura l’effige dei Green Day.
Suggestioni d’ascolto magari leggermente “iperboliche”, e che tuttavia vogliono testimoniare l’impressione netta dell’intenzione di esplorare differenti soluzioni musicali e ampliare ulteriormente il bacino d’utenza di una formazione che altrove ritrova un modus operandi più “consueto”, conservando quella qualità nel songwriting di livello superiore che da anni contraddistingue il suo euforizzante trademark.
E così ecco che “Anthem” conduce l’astante sulle Highlands, celebrando l’indimenticato Gary Moore,
Children of the night” scurisce e inasprisce i toni evocando una jam tra Metallica, Magnum e Black Sabbath (Tony Martin-era) e “Hearts collide” è “semplicemente” un edificante inno alla melodia esuberante e contagiosa.
Con “So long, farewell, goodbye” la raccolta piazza un altro efficace spaccato di hard n’ heavy solido e cromato, mentre tocca ad “High road”, anche grazie all’estetizzante rifinitura tastieristica, accrescere l’effetto evocativo, seguito da una “One step closer to you” che aggiunge squarci di catarsi sentimentale al disco e a una “Forgiven” che sigilla “Megalomanium” con la classe scintillante tipica della band scandinava.
Ammiccare al mainstream con acume, misura e integrità, e tentare nel terzo millennio di restituire all’hard melodico quelle velleità “radiofoniche” che gli competono da sempre (e che oggi invece appartengono a ben altre nefandezze sonore), è un’impresa “difficile”, che gli Eclipse scelgono di intraprendere, reclamando la facoltà di giocarsi le loro chances di affermazione ai massimi livelli possibili … una decisione che potrà anche destare qualche perplessità, ma che conferma la personalità inconfutabile di un assodato leader del genere.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 set 2023 alle 12:22

Per me sono tornati in carreggiata, il precedente mi aveva in parte deluso...più che altro per la tripla "riedizione" (autocitazione) di Viva la victoria... Qui pur non inventando nulla c'è tanta buona melodia che si imprime in testa senza esagerati deja-vu, come in un album di hard melodico che si rispetti! Per me l'8 è confermato.

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.