Dopo i
Surgin' ecco un'altra missing band che dovrebbe fare la felicità dei sostenitori dei primi
Bon Jovi. Nati a New York gli
Aviator sono nati come una costola dei
Network, autori di due album su
Epic Records e facenti parte della prima ondata dell'Aor (nel senso più largo del termine, cioè a carattere radiofonico) ancora incentrato sulla fusion e black music, talvolta vicini ai
Chicago.
La band si forma nel 1984 con l'ex cantante dei Network,
B. G. Gibson, il batterista
Mike Ricciardella e il chitarrista
Richie Cerniglia (che prima dei Network suonava coi
Wiggy Bits, il gruppo del cantante
Peppy Castro, futuro
Balance). Poco dopo Gibson viene sostituito da
Ernie White (ex
Sam The Band) e agli Aviator si unisce anche
Steve Vitale che aveva lavorato con
Eddie Money, James Brown, John Cougar e Bruce Springsteen. Così assestati producono quindi nel 1986 l'unico album degli Aviator, dopodiché i due membri fondatori Ricciardella e Cerniglia lasciano il gruppo, che rimane nelle mani di Vitale e White. Vengono assunti al loro posto il tastierista
Tommy Zito, cugino del più noto
Richie Zito, produttore di
Cheap Trick e
Heart, e che in precedenza aveva suonato con i
Mr Mister, i
Survivor e
Hall & Oates, e il chitarrista
Louie Franco, già con
Billy Ocean,
Taylor Dane ed
Expose. Con questa formazione gli Aviator pare abbiano prodotto un demo per poi eclissarsi, un vero peccato.
Tornando all'album, prodotto in modo egregio da
Neil Kernon, è considerato dai fans dell'aor un vero e proprio classico con un suono levigato e moderno.
"
Frontline" attacca e consegna subito un classico, è fatta della stessa pasta di "
Runaway" dove cori, chitarre e solos creano lo stesso dinamismo. "
Back On The Street" continua sulla stessa falsariga con un altro refrain monumentale e le chitarre molto coreografiche, mentre i solos si accendono e si spengono ad intermittenza come le insegne al neon della Big Apple. "
Don't Turn Away" è più pacata e mi ha riportato alla mente band sulla scia dei
Player, mentre "
Never Let The Rock Stop" ha un refrain che ricorda i
Black 'N' Blue di "
Without Love". "
Comeback" ha un riff tagliente su impalcatura melodica vicina ai brillanti
Icon di "
Night Of The Crime" ed il coinvolgimento è assicurato. "
Can't Stop" è un'altra canzone votata al verbo dei primi Bon Jovi che fa da preludio a una delle song migliori del disco, ovvero "
Too Young", con un riff serrato ed un coro meraviglioso con una splendida sottolineatura di keys. "
Every Schoolboy Know" ha un'andatura robotica suggerita dalle tastiere prima che "
Through The Night" cali il sipario sul disco e sugli Aviator dando ulteriore prova del loro ispirato songwriting.
Rimane appunto il rimpianto che abbiano prodotto un solo album.
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