Con alti e bassi, l’
hard-blues non è mai veramente “sparito” dai
radar del
rock n’ roll, così come non sarà certo questo modesto “scribacchino” a dover ribadire quanto nomi come Led Zeppelin, Free e Bad Company abbiano significato per intere generazioni di musicisti, compresi quelli più “progressisti”.
Se oggi,
Anno del Signore 2023, ci troviamo a dover commentare, e come vedremo incensare, il lavoro di un gruppo “nuovo” apertamente (e dichiaratamente, a differenza di qualche altro sfrontato
clone …) ispirato a quegli incomparabili
Maestri, è chiaro che l’arte non ha età e certe soluzioni sonore sono davvero immortali sotto il profilo emozionale.
La questione è semmai la maniera con cui si affronta un retaggio così “familiare” e radicato, ed ecco che i
Blackbird Angels, proprio analogamente ai migliori transcodificatori della “tradizione”, riescono a conferire la giusta energia e vitalità ad un suono che al tempo stesso mantiene intatta la sua “purezza” originale.
Scoprire che dietro al
celestiale (o
ornitologico, se preferite …)
monicker si “celano”
Tracii Guns (L.A. Guns),
Todd Kerns (Slash, Toque, Heroes and Monsters) e il multistrumentista (e produttore per L.A. Guns, Vains Of Jenna,
George Lynch, …)
Adam Hamilton, favorisce la tesi che l’esperienza e una certa “scaltrezza” non inficiano la genuinità di un’operazione di questo tipo, che accanto ai suddetti numi tutelari finisce per inserire anche qualche loro epigone particolarmente creativo e ispirato (Soundgarden e Mother Love Bone, per esempio, che affiorano sporadicamente nell’albo).
Insomma, “
Solsorte” è un tributo competente e non “superficiale” alla
Grande Storia del genere, inaugurato dal
riffone magnetico e circolare di “
Shut up (You know I love you)” e sigillato dai sussulti nervosi di “
Scream bloody murder”, che sono sicuro piaceranno al compianto
Chris Cornell.
In mezzo, tante eccellenti revisioni soniche soprattutto di marca
Zeps, a partire dalla suggestiva “
Mine (all mine)”, per continuare con il
blues sincopato e passionale “
Worth the wait” e con il
grip funky di “
Coming in hot”, non lontana pure da certe cose degli Aerosmith (anche loro “figli legittimi” del
Dirigibile).
Lo
slow pervaso di psichedelia “
On and on/Over and over” aggiunge un’intensità quasi mistica ad una raccolta che con la vagamente Foo Fighters-
esca “
Only everything” tenta un assalto diretto alla radiofonia contemporanea e con “
Broken in two” (in cui appare altresì l’effige di
Ted Nugent, un altro fuoriclasse del settore di cui spesso ci si dimentica) riprende a soggiogare i sensi sfruttando la ben nota facoltà ipnotica e seduttiva dell’
hard-rock blues.
L'arrangiamento tastieristico e il clima onirico concesso a “
Better than this” la potrebbero far definire (con un po’ di “fantasia”,
eh …) la “
All my love” dei
Blackbird Angels, mentre “
Unbroken” è un grumo sonoro denso di ritmiche di piombo e di chitarre sferzanti e “allusive”, che lascia il posto al romanticismo sinfonico di “
The last song”, impreziosito da armoniosi cori Beatles-
iani.
In conclusione, plauso “speciale” per
Todd Kerns, che dopo l’eccellente prova negli Heroes and Monsters si conferma
vocalist di livello, capace di evitare parodistici eccessi di “devozione” e pilotare con la necessaria tensione espressiva questo “
Solsorte”, un disco che saprà soddisfare le brame musicali di chi ama il
rock “classico” e non per questo fastidiosamente “conservatore”.