Immaginate i Black Sabbath che incontrano i Kyuss e i Fu Manchu (soprattutto nel cantato ) ed avrete un'idea della proposta musicale dei
Fire Down Below..
La cosa positiva è che non abbiamo un "copia-incolla", bensì un convincente mix che lascia spazio a bordate stoner-metal e a un atteggiamento aggressivo il giusto, si sentano pezzi di grande presa quali "
Cocaine Hippo", con chitarre che fischiano e sprigionano riff duri come rocce con tanto groove, wah-wah,suoni ribassati e pastosi (ma non troppo) e vocals pulite ed incisive, "
Caifornia" è un altro tiro ben piazzato grazie al riffing a cascata e al chorus coinvolgente. Accennavo all'inizio ai Black Sabbath, in realtà la matrice doom è molto velata e presente solo in alcuni frangenti come il basso slabbrato e distorto di "
Airwolf" ad esempio, lo stoner dei Nostri è stordente e molto metallizzato anche se, e questo farà storcere il naso ai puristi del genere, il vento e il sole accecante del deserto qui sono uno stato d'animo più che un'impronta musicale vera e propria.
Niente di male, al contrario a mio parere ciò rende più variegata l'offerta musicale del combo belga ( il country atmosferico e metallizzato di "
Surf Queen", il volo lisergico e acido di "
Here Comes The Flood" e "
Hazy Snake" o le bordate psych di "
Done Buggy", la velocità di "
The Last Cowboy"), il punto di forza di questo disco sta nel songwriting potente e coinvolgente, a suo modo originale, e privo di cali di tensione lungo tutta la sua durata - c'è addirittura una lunghissima suite ("
Mantra" di 16 minuti!) in stile Pink Floyd era Syd Barrett in salsa metal!
Il bello è che viene subito la voglia di schiacciare nuovamente il tasto play, e se ve lo dice uno che non è propriamente un estimatore del genere, potete fidarvi ...
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