I
Duivel (letteralmente diavolo in lingua olandese) sono una Black Metal band dei Paesi Bassi formatasi nel 2018 (data da prendere con le pinze a causa della scarsità di informazioni reperibili).
La sua line-up è costituita da membri di varie formazioni dell’underground
(Black Anvil,
Urfaust,
Fluisterwoud, ecc.ecc.):
Paul Delaney (Basso),
Pascal Altena (batteria),
Nachtraaf (Guitars), K. (Tastiere) e
Gwydion Sagelinge (voce).
Nel 2019 hanno pubblicato il loro primo EP, e nel 2020, il primo full-length:
“Tirades uit de hel”. Ora, nel 2023, rilasciano il successivo EP
“Heiligschennis” tramite
Nomad Snakepit Productions e
Ván Records, sia in formato vinile che cassetta, oltre che, ovviamente, su CD.
“Heiligschennis” è composto da sei brani – di cui due sono una intro con dei rumori inquietanti e l’ultimo un brevissimo episodio strumentale – per un totale di soli venti minuti. Si tratta di un prodotto molto “semplice” e senza particolari ambizioni di innovazione o di originalità. I
Duivel si limitano a ricalcare le orme dei gruppi Black della vecchia scuola (in particolar modo quelli norvegesi), con una leggera venatura sinfonica data da un uso della tastiera e dei synth molto parco, che rimangono perlopiù avvertibili solo come sfondo in determinati passaggi, e in ogni caso avvolti da una produzione rigorosamente Lo-fi, con testi all’insegna della blasfemia, come si può evincere da un primo sguardo all’oscena copertina.
Tutto il disco è in lingua madre, il che lo rende un po’ ermetico, cosa piuttosto comune nel genere.
Dopo la breve intro si parte con
“Gedoemd tot dolen” che mette subito in chiaro di che pasta sono fatti i nostri: riff dissonante, sporco e malsano su cui si staglia la voce morbosa e sofferta di Sagelinge, che porta con sé un leggero retrogusto Punk.
Si prosegue con
“Satánas”, canzone dalla tendenza monocorde che richiama alla memoria l’ossessività dei primi
Darkthrone; tutta strutturata su un riff in tremolo-picking con ben poche varianti, la batteria quasi perennemente in blast beat e la parola Satánas ripetuta all’inverosimile. Niente di eclatante: soltanto un pezzo ordinario dotato di un buon tiro.
Dopo si passa alla più “cadenzata” e varia
“Onanerend voor de zwaveltroon”, dove la dimensione atmosferica diventa un po’ più preminente, e che personalmente mi ha richiamato alla memoria alcuni momenti dei
Satyricon di inizio carriera.
Si giunge alla fine con quella che secondo me è la song più bella del platter:
“Heksenkut”, dove il lato "ambient" si avverte con ancor più forza – pur restando in ogni caso di sottofondo –, e che porta con sé l’eco di alcune sonorità dell’innominabile conte norvegese. Una trama sinfonica, “sotterranea”, ancor meglio amalgamata rispetto alla traccia precedente, con l’anima brutale della band. Finalmente una canzone che lascia appagati e incuriositi per quelli che potrebbero essere i punti di sviluppo di questa realtà emergente dal nome
Duivel.
Certamente
“Heiligschennis” non si può dire che sia un lavoro particolarmente originale, ma rimane in ogni caso un EP gradevole che riconferma che i
Duivel hanno la materia prima per proseguire…
Adesso urge sviluppare la capacità di osare e di imprimere il proprio marchio nero.
Recensione a cura di
DiX88
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