Ennesimo gran disco di una delle band più sottovalutate di sempre.
I
Prong combinano l'hardcore made in New York col thrash contaminato da influenze industrial, il tutto arricchito con dosi massicce di groove che conferisce loro un suono molto simile a quello dei Pantera.
Dovrebbe bastare questo preambolo per garantire sufficiente visibilità alla band di Tommy Victor e al suo hardcore/crossover ed invece parliamo di un gruppo di nicchia, anche se forse proprio grazie a questo la proposta dei Nostri rimane pura e dura come agli esordi.
Il nuovo "
State Of Emergency" è un pugno in faccia, riff metallici e saturi mix fra un incazzato Ice T e gli Anthrax accompagnano ritornelli urlati come slogan in perfetto stile hardcore, la sezione ritmica è terremotante ed alterna mid tempo poderosi con accelerazioni fulminee e le vocals del buon Tommy Victor sono incisive e cattive al punto giusto.
E non lasciatevi ingannare dalla melodia "easy" dell'opener "
The Descent" - peraltro un grande pezzo thrash - , abbiamo anche le ritmiche sincopate e allucinate alla Voivod
di "
Obeisance" e "
Compliant", le ritmiche hard-dance dei migliori The Cult in "
Disconnected", le chitarre tecno-style punk, noise, metal la fanno da padrona e vi faranno muovere il capoccione ( "
Back NYC"), il tutto sempre in ambiti ben definiti dove l'aspetto commerciale non è mai in senso dispregiativo, al contrario dimostra l'estrema duttilità del suono dei Prong che non rinnegano le loro radici pur suonando moderni e come cigliegina sulla torta abbiamo una versione fottutamente heavy di "
Working Man" dei leggendari Rush. Si poteva chiedere di più? No, "
State Of Emergency" fila dritto nella mia top list del 2023.
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