Per quanto mi riguarda, la musica è fatta (o dovrebbe essere fatta) di emozioni che l'artista riesce a trasmettere all'ascoltatore: una sorta di balletto che funziona quando si stabilisce lo stesso canale di comunicazione e si riescono a toccare le giuste corde dell'animo.
Per questo motivo al sottoscritto non interessa, ne mai interesserà, altro che la musica stessa nel momento in cui ascolto un disco.
Fatta questa doverosa premessa, che ognuno è libero di interpretare come meglio crede, vi parlo degli aretini
Jewish Juice e del loro nuovo album
"Oltre L'altare" che, da qualche giorno, ha preso a girare, con costanza, nel mio lettore virtuale poiché i sette brani che lo compongono sono stati in grado di catturare la mia attenzione e di suscitare in me, ve lo devo dire?, emozioni.
Immaginate una proposta che peschi dagli Spite Extreme Wing, dagli Janvs o dai Graveland, e che abbia delle salde fondamenta nel metal più classico, per avere una visione piuttosto esatta di come suona questo, ottimo, lavoro che riesce, senza troppi arzigogoli, a veicolare un messaggio epico e fiero basato su melodie stentoree e su un bilanciato mix di violenza "nordica" e calore mediterraneo.
I
Jewish Juice si fanno alfieri di un Epic Black Metal molto "italiano" nella sua linfa vitale, e questo non solo per il cantato in lingua madre, e sono capaci di scrivere canzoni facilmente memorizzabili ma non per questo banali, canzoni, quindi, che giungono dirette al loro obiettivo tra spirito guerresco, momenti più atmosferici finemente cesellati, riffing di chitarra semplice ma dannatamente efficace, ed una dose di alterigia perfetta per il genere e per il suo sprezzante messaggio.
"Oltre L'altare" è un album che non scende a compromessi ideologici, è musica fiera della propria cultura, è amore per la propria Terra e per i propri valori, è un suono "antico", avido di personalità ed in costante tensione all'interno delle sue traiettorie pagane e, mi ripeto, epiche, un album, per tanto, vero e passionale che, proprio per questo, risulta sincero nella sua linearità.
Immaginiamoci come aquile che osservino il mondo dall'alto.....
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