Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:54 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. PASSAGE
  2. FRAGILE
  3. SACRIFICE
  4. SUPERNATURAL
  5. WATERFALL
  6. THE VOYAGER
  7. STREAM OF SOULS
  8. ATLAS

Line up

  • Xristos Palamidas: drums
  • Consantinos Mavrogiannis: guitars
  • Manos Xanthakis: vocals
  • Manos Sideris: bass
  • Panagiotis Haritidis: keyboards

Voto medio utenti

Debutto discografico, intitolato The Voyager, per i greci Ocean’s Edge, giovane band proveniente da Atene, dedita ad un progressive metal di stampo palesemente dreamtheateriano.
Eppure, nonostante le enormi influenze esercitate dai titani di questo sottogenere, gli ellenici si fanno apprezzare per la validità delle loro composizioni che, pur non inventando nulla di nuovo, risultano estremamente efficaci.
Le varie tracce, dall’articolata Fragile, alle due mini-suite conclusive Stream Of Souls e Atlas, passando per le camaleontiche Sacrifice e Waterfall, vantano trame interessanti, caratterizzate da un elevato tasso tecnico (mai fine a se stesso), che mette in risalto le doti di tutti i musicisti coinvolti, in particolare il chitarrista Constantinos Mavrogiannis e il tastierista Pangiotis Haritidis le cui sonorità barocche, richiamano, nemmeno troppo velatamente, gli esordi di Jordan Rudess con i Dream Theater.
A questi elementi positivi, fa tuttavia da contraltare, la prova poco incisiva del vocalist Manos Xanthaki, che, di certo, non brilla per interpretazione emotiva e, in un sottogenere come quello di cui stiamo parlando, si tratta di un tratto poco lusinghiero per un cantante.
Il disco però, può contare su una dimensione strumentale che sopperisce ampiamente le lacune del registro vocale, tanto da trovare il suo punto di forza nelle atmosfere ampollose ed evocative, create ad arte dalla band, in grado di avvolgere l’ascoltatore in un intenso abbraccio onirico.

The Voyager farà felici tutti i nostalgici del tradizionale prog metal anni 90 e, pur avendo un inevitabile retrogusto di “già sentito”, riesce nel suo intento, ovvero quello di risultare affascinante, tramite una musicalità intensa, che stimola l’emotività.
Come esordio non c’è male, vedremo se in futuro gli Ocean’s Edge sapranno confermarsi e impareranno a “camminare con le proprie gambe”; le potenzialità non mancano!


Recensione a cura di Ettore Familiari

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