L’ascolto del demo omonimo, opera prima dei romani Muddy Roxx, mi ha fatto pensare, per un attimo, di essere finito, in chissà quale maniera, in una distorsione temporale e di essere stato catapultato indietro nel tempo, direttamente alla metà degli anni ’80. Dopo un veloce controllo al calendario, che mi ha confermato di non essermi mosso dal 2004, posso passare un po’ più tranquillamente a descrivere il contenuto del dischetto in questione.Come avrete “probabilmente” capito, la band s’ispira al sound “ottantiano”, proponendo quell’hard rock, talvolta “imbastardito” da sonorità tendenti allo “street metal” di stampo tipicamente statunitense, che proprio in quegli anni viveva la sua epoca aurea.
La prima cosa che “salta all’orecchio”, dopo aver premuto il tasto “play” del fidato lettore cd, è l’ottima voce del singer Marco “The sentinel” Moretti (ex-Savers), potente e graffiante, in grado di raggiungere vette considerevoli, ma anche capace di offrire interpretazioni emozionali sulle note più basse, ricordando (soprattutto quando le sue corde vocali scalano il pentagramma), il grande Rob Halford, o, altre volte, il leggendario Alice Cooper. E’ proprio l’alter ego di Vincent Damon Furnier (periodo “Trash”), il primo nome che mi viene in mente, mentre scorrono le note della cadenzata “Rule the night”, soprattutto nella parte del ritornello e del coro, mentre nella frazione più riflessiva il cantante dimostra tutta la sua versatilità, in una traccia risolta comunque ottimamente da tutta la band. Un riff un po’ N.W.O.B.H.M. introduce l’incalzante “Rockin’”, un hard rock molto classico e diretto, nel cui finale “The sentinel” dà un saggio della sua estensione vocale.
La successiva “Burnin’ down the highway”, sembra provenire direttamente dalla Los Angeles dei mid-eighties: suoni molto “americani” (con tanto di break solo voce e batteria), piacevole e probabilmente efficace on stage, ma che ricalca un po’ troppo gli stereotipi del genere. Conclusione maggiormente grintosa affidata a “Destroyer”, dal riff serrato, una buona costruzione generale e contraddistinta da vocals molto “Halfordiane”.
E’ ovvio che, in questo contesto sonoro, non è l’originalità la migliore dote dei nostri, sostituita però da una ragguardevole dose d'energia, passione e, perché no, divertimento, per una formazione che dal vivo farà sicuramente faville e che proprio nelle esibizioni live dovrebbe trovare la sua dimensione più congeniale.
Cos’altro aggiungere, se non lo scontato ma ancora una volta attuale … “It’s only rock’n’roll, but I like it!”
Contatti: www.muddyroxx.official.ws
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