Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:40 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. AT THE BEGINNING
  2. DENIAL
  3. HUMAN PROJECT
  4. SENTENCE 666
  5. OBJECTION
  6. UNIVERSAL
  7. INHALE INSANITY
  8. BEYOND MY CELL
  9. ZERO GRAVITY

Line up

  • Matteo Boschini: bass
  • Alessandro Ferraro: drums
  • Marco Espada: vocals, guitars

Voto medio utenti

Esordio discografico positivo per gli Athenesi che, contrariamente a quanto potrebbe suggerire il monicker, sono italiani (originari di Bergamo), con il loro At The Beginning.
L’album regala 41 minuti di thrash aggressivo (anche se imbastardito da diverse influenze) e particolarmente corposo, per merito di violenti riffoni e assoli sciorinati dalla chitarra (mai doma) di Marco Espada (chitarrista-vocalist di origini argentine) e grazie ad una sezione ritmica estremamente sostenuta, curata da Matteo Boschini (basso) e Alessandro Ferraro (batteria).
Tracce come l’agguerrita title-track, la serrata Human Project, la pungente Sentence 666 o ancora l’intensa Beyond My Cell, non lasciano scampo all’ascoltatore, inchiodandolo al proprio posto e costringendolo a subire, senza fiatare, le piacevoli frustate sonore trasmesse dai brani.
Eppure, a lasciare il segno, ancor più del violento impatto musicale, sono paradossalmente le belle aperture melodiche a cui, spesso e volentieri, gli Athenesi ricorrono, anche nei momenti più pesanti delle composizioni, rendendo cosi il disco più eterogeneo, mai scontato e quindi particolarmente avvincente.
Dove invece la band potrebbe migliorare, è nel cantato dello stesso Marco Espada, dotato di un timbro di tutto rispetto, per carità, che però si rivela troppo estremo per il thrash e troppo morbido per il death-groove (di cui vi sono parecchi echi), creando una sorta di compromesso tra i differenti generi, che non apporta benefici sostanziali al disco.
Ad ogni modo, At The Beginning è un debutto qualitativamente discreto ed efficace, grazie alla sua struttura musicale robusta, di matrice essenzialmente thrash, che però, al suo interno, tende ad abbracciare diversi sottogeneri, da quelli classici a quelli più estremi, con un occhio di riguardo per le trame melodiche che, facendo improvvisamente la loro comparsa all’interno delle composizioni, dotano il disco di un cuore pulsante, rendendolo quindi, a tutti gli effetti, vivo.

Bene cosi Athenesi, chi ben comincia....


Recensione a cura di Ettore Familiari

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