Copertina 7

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2023
Durata:53 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. HARD TO BE EASY
  2. LINGER AT THE EDGE OF MY MEMORY
  3. TINY LITTLE FIRES
  4. RIGHT WHERE YOU SHOULD BE
  5. THE WEARY ONE
  6. MAMA
  7. I’M NOT AFRAID
  8. WEIGHS ME DOWN
  9. WALKING ON WATER
  10. ANYWHERE THE WIND BLOWS
  11. RIGHT WHERE YOU SHOULD BE (ALTERNATIVE VERSION)
  12. THE WEARY ONE (ALTERNATIVE VERSION)

Line up

  • Nick D’Virgilio: vocals, drums, percussion
  • Neal Morse: vocals, guitars, keyboards
  • Ross Jennings: vocals, guitars

Voto medio utenti

Tutte le volte che Neal Morse prova a “semplificare” la propria musica e quella di chi gli sta intorno, comincia con le migliori intenzioni, ma sembra poi perdere il controllo strada facendo. È successo con i Flying Colors e la stessa sorte sembra toccare ai comunque piacevolissimi D’Virgilio, Morse & Jennings.

“Sophomore” è certamente un lavoro in continuità con il precedente “Troika”, dove forse la componente pop è più marcata, ma gli elaborati intrecci vocali evidenziano la provenienza progressiva dei tre artisti che non hanno mai nascosto il loro amore per Yes, Kansas e Jethro Tull (“Hard To Be Easy”, “Tiny Little Fires”).

“Linger At The Edge Of My Memory” e “Right Where You Should Be” rievocano i brani più raffinati del country e del rock sudista, con influenze americane che prendono il sopravvento nelle convincenti “Mama” e “Anywhere The Wind Blows”. Tracce frizzanti e disimpegnate del calibro di “I’m Not Afraid” e “Walking On Water” controbilanciano gli arpeggi gilmouriani di “Weighs Me Down” e la sorprendente digressione chamber pop intitolata “The Weary One”.

Detto questo, non disdegnerei un ritorno alla celebre strategia compositiva - molto praticata in Veneto - del “dài che sonèmo”.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 nov 2023 alle 10:55

Pur apprezzando enormemente il trio di artisti coinvolti, l'ascolto di alcuni brani di questo lavoro e del precedente, mi ha portato a pensare che il titolo più azzeccato per il nuovo lavoro non avrebbe dovuto essere Sophomore ma Soporiphemore. Magari, se ascoltassi gli album per intero, cambierei opinione

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