Tutte le volte che
Neal Morse prova a “semplificare” la propria musica e quella di chi gli sta intorno, comincia con le migliori intenzioni, ma sembra poi perdere il controllo strada facendo. È successo con i
Flying Colors e la stessa sorte sembra toccare ai comunque piacevolissimi
D’Virgilio, Morse & Jennings.
“Sophomore” è certamente un lavoro in continuità con il precedente
“Troika”, dove forse la componente pop è più marcata, ma gli elaborati intrecci vocali evidenziano la provenienza progressiva dei tre artisti che non hanno mai nascosto il loro amore per
Yes,
Kansas e Jethro Tull (
“Hard To Be Easy”, “Tiny Little Fires”).
“Linger At The Edge Of My Memory” e
“Right Where You Should Be” rievocano i brani più raffinati del country e del rock sudista, con influenze americane che prendono il sopravvento nelle convincenti
“Mama” e
“Anywhere The Wind Blows”. Tracce frizzanti e disimpegnate del calibro di
“I’m Not Afraid” e
“Walking On Water” controbilanciano gli arpeggi gilmouriani di
“Weighs Me Down” e la sorprendente digressione chamber pop intitolata
“The Weary One”.
Detto questo, non disdegnerei un ritorno alla celebre strategia compositiva - molto praticata in Veneto - del
“dài che sonèmo”.
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