Go Down Records e
OJM sono un duo indissolubilmente legato tra di loro ed è quindi normale e scontato che tutte le band nate dagli
OJM (quindi i Dark Wavers
The Sade, i Prog Funkers
Glincolti e gli Acidi
Ananda Mida, oltre a varie collaborazioni come con
Lu Silver) abbiano trovato in questa particolare etichetta discografica un porto sicuro.
Quest’oggi si parla degli
Ananda Mida, collettivo Psichedelico dalle millemila influenze che pervadono questo magico e colorato mondo che dopo un Ep molto apprezzabile (il mini live “
Karkak”), la presenza ad alcune kermesse prestigiose come il “
Duna Jam”, il “
Pietrasonica” o “l’
Heavy Psych Sound Fest”, arriva al terzo album in studio e lo fa con un lavoro particolarmente ricco, stimolante e ambizioso.
Tre aggettivi che calzano a pennello con questo “
Reconciler” e per diversi motivi:
1) Innanzitutto parliamo di un lavoro che dura ben 83 minuti, con le varie canzoni al suo interno che hanno una durata elevata ed una struttura del disco che mi ha riportato alla mente i mitici
Focus con il loro terzo album
2) La conclusione di un concept spalmato su una trilogia di dischi ispirati all’opera letteraria “
I Racconti di Belzebù e suo Nipote” (
Georges Ivanovič Gurdjieff) iniziata nel 2016 con “
Anodnatius”
3) La presenza di numerosi ospiti facenti parte della scuderia
Go Down che con le loro personalità artistiche danno tonalità diverse ad ogni brano
4) Tante idee a livello strumentale che spesso si basa su una dinamica alternanza tra toni soffusi e meditativi, con disgressioni acide e psichedeliche
5) Parti strumentali che sfociano in variopinti Trip solisti che nonostante l’energia e l’alternanza stilistica, hanno un che di spirituale
6) La conclusiva suite finale “
Doom and The Medicine Man (pt V-VIII)” è la continuazione della suite presente nel precedente (ed ottimo) “
Cathonadtius” (2019) e ne va a raddoppiare la durata.
Tutto questo porta ad un album ondivago e meditabondo, e seppur qualche momento di stanca (qualche sforbiciata qua e là avrebbe fatto sicuramente bene), “
Reconciler” riesce a giustificare l’impegno che ci vuole per addentrarsi nelle sue trame lirico-musicali.
Oltre ad un miglior dono della sintesi, aggiungo che ho trovato una certa discrepanza tra le parti strumentali (quelle soliste sono a dir poco eccellenti e canzoni come "
Swamp Thing" o "
Stormy Lady" toccano picchi molto alti) e quelle vocali che mi sono sembrate altalenanti: se da un lato c’è ad esempio, l’ottimo contributo di un
Lu Silver su “
Following The Light” con la sua voce imbevuta di whiskey e segnata dal tempo, dall’atra parte della barricata una “
Lucifer’s Wind” non spicca mai realmente il volo per via di un
Filippo Lorenzo Mocellin personale e unico quanto volete, ma anche decisamente forzato nel suo timbro così profondo e cavernoso.
E poi vogliamo parlare del coraggio di uscirsene con un album del genere in un periodo storico nel quale si vuole tutto e subito, i singoli e le playlist la fanno da padrona e in generale c’è sempre un ascolto più vacuo, frivolo e disimpegnato della musica?
Nessun compromesso quindi come fatto invece da una bella fetta del Prog odierno che guarda pericolosamente al
Grunge o al Synth Pop: questi sono gli
Ananda Mida, prendere o lasciare.
Sarà molto interessante vedere come i nuovi brani si incastreranno nelle loro setlist live e come questo collettivo più unico che raro li interpreterà di volta in volta con formazioni differenti.
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