"Quest’opera è stata composta e registrata nella nostalgica, ventosa e decaduta Trieste e alla chiusura di un ciclo lungo vent’anni si rende necessario pubblicare questo lavoro poiché quel che era malato é diventato morente".Dopo vent'anni, il debut degli
Ierofania vede la luce, sebbene di luce, nei suoi oltre 50 minuti, ve ne sia davvero poca.
Black Metal glaciale, nichilista, nero, per lunghi tratti disperato: questo è
"Ierofania", album che guarda verso Nord, ma che vive (o muore?) di una sua forte personalità sapendo unire, in un unico flusso costante e maestoso di note, diverse sfaccettature del metallo nero.
Gli
Ierofania creano un muro di suono maestoso e alieno, rifacendosi a certa tradizione "space", e, forti di una ottima registrazione, costruiscono un monolite inanimato in cui si coagulano chitarre spietate, tastiere lontane ed evocative, batteria robotica ed una prova vocale sprezzante nel suo messaggio di puro odio.
La sensazione che si prova ascoltando questo lavoro è quella di pura alienazione: qui dentro non c'è niente di umano, non c'è niente di realmente vivo, tutto è dolore, buio e fine, questo è black metal senza speranza, black metal che sa aprirsi a momenti melodici ma che resta straziante e freddo come la mancanza di vita.
"Ierofania" non è "solo" musica, ma è l'altissimo volo sopra un mondo morente alla ricerca, probabilmente vana, di una vera esistenza, una ricerca che solo poche anime, tormentate ed estreme, potranno fare propria.
Estremismo sonoro che si sublima nella sua forma più malata.
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