Cavoli che bel disco estremo! Finalmente ho trovato una formazione che non scimmiotta i demoni scandinavi ma, anzi, ha personalità da vendere.
Questi sardi sono orgogliosamente ancorati alla propria terra natale. Per certi versi questo spirito che li anima è affine a quello che pervade noi orobici che, seppur geograficamente lontani, nell'essere legati a certe tradizioni siamo vicinissimi.
Kre ^ U non offre compromessi a partire dalla lingua, perché questo è un album totalmente cantato in lingua madre e, soprattutto, legato a doppia mandata con la loro cultura e retaggio.
Si prende il via dal primo brano che è totalmente recitato, con gli strumenti che fanno da tappeto atmosferico al parlato e con il supporto di un mandolino che vibra accordi ancestrali.
Ecco che prende il sopravvento il black metal con la seguente “
Notturnu”, un mid tempo con orchestrazioni e doppio intervento vocale a dare ancor più corpo alla disperazione rabbiosa.
All’interno c’è un’aura epica e orgogliosa che dà ancora più forza emotiva a tutto.
Altro pezzo notevole è “
A sos antigos”, traccia doom dove il basso è in primo piano e le chitarre sono in tremolo; la voce è evocativa e sembra cantare una litania triste, con cori gutturali a dare un colore emotivo a tutto.
Poi arriva l’intervento più alto, potente e crudo su un tappeto ritmico più possente con nera fierezza e sapore antico.
La produzione è pulita e fornisce sostanza agli strumenti ma, soprattutto, alle voci che sono anch’esse parte integrante del tessuto musicale dell’album.
Poche storie, se doveste perdervi questo debutto sarebbe un vero peccato; album che polverizza migliaia di inutili uscite odierne per gusto, personalità e contenuti.
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