Il viaggio meraviglioso e pazzoide dei
Gong non si ferma ormai dal 1969, e non si è arrestato nemmeno alla morte del suo creatore,
Daevid Allen, portatoci via nel 2015. Anzi, è lo stesso Allen a ‘benedire’ in qualche modo la nuova line-up, che in poco più di otto anni ha prodotto ben quattro albums, il cui prodotto più recente è il qui presente
Unending Ascending. Cosa ci dobbiamo aspettare dunque dall’ultimo nato in casa Gong? Esattamente quello che ogni fan della band vorrebbe sentire: space/prog rock, lisergico come i primi Floyd, fuori da ogni schema, induista quanto basta, infarcito di sassofoni e slide guitars (un vero e proprio marchio di fabbrica che ogni fan dei Gong conosce e di cui conosce la genesi…). Brani più muscolosi come
Choose Your Goddess o la bellissima
My Guitar Is A Spaceship vanno a braccetto con momenti di vera e propria trascendenza yoga come
Ship Of Ishtar, ed il tutto risulta organico e coerente come non mai. Se ci guardiamo un attimo alle spalle, ci rendiamo conto che questo gruppo (e le sue mille incarnazioni) è in giro da più di cinquant’anni, ed il nuovo capitolo non fa che rendere omaggio alla grande e strampalata storia di una band che è davvero mitologica, in tutti i sensi.
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