Chiunque abbia seguito, ed amato, la nascente scena Black Metal dei primi anni '90 non può non conoscere in nome dei greci Necromantia.
Tra i prime movers di tutto il movimento, il gruppo non solo è stato uno dei più rappresentativi del cosiddetto Greek Black Metal, ma, con un paio di capolavori, ha segnato a fuoco tutta la scena mondiale estrema.
Nel 2021, dopo la morte di uno dei due fondatori del gruppo, usciva "To the Depths We Descend", ultimo vagito della creatura infernale Necromantia, ed epitaffio di una storia, a suo modo, leggendaria.
Tuttavia,
The Magus, l'altro fondatore dei nostri (nonchè tastierista sui primi lavori dei Rotting Christ), non abbandonava il suo percorso fatto di oscurità ed estremismo, e, insieme ad altri "vecchi amici", creava una nuova band chiamandola con il suo war name.
"Βυσσοδομώντας" è l'esordio per i
The Magus e, come da tradizione per il musicista greco, risulta essere un album "particolare", originale ed assolutamente lontano da ogni stereotipo.
Dimenticate, dunque, il classico Black Metal perchè qui non ne troverete molto.
Al contrario, i
The Magus suonano un ibrido Heavy Metal / Black Metal, con richiami alla tradizione estrema greca, elementi di natura Folk, riffing Thrash, un finissimo lavoro di chitarra, atmosfere maestose vicine all'Epic Doom, esoterismo orientale, il tutto all'insegna della più libera eterogeneità che, ad un ascolto attento, è il filo rosso che unisce ogni brano di questo esordio.
"Βυσσοδομώντας" risulta essere un concentrato di idee "oblique", mai prevedibili, e di atmosfere occulte che richiamano, ovviamente, i Necromantia, ma anche certi Mercyful Fate, senza farsi mancare una punta di follia da ricercarsi in passaggi blues (ascoltate il brano finale), tastiere multiformi, ed un inaspettato sviluppo quasi progressive di ogni singola canzone capace, quindi, di citare mille fonti diverse senza, tuttavia, assomigliare a niente in particolare.
I
The Magus, e non poteva essere altrimenti, sono forti di una personalità debordante, e necessitano di ascolti ripetuti per essere apprezzati realmente poiché, ma credo fosse chiaro, la loro proposta abbandona i territori sicuri dell'estremo per avventurarsi in un viaggio dai contorni teatrali (quasi da improvvisazione), seguendo il proprio istinto e la propria voglia di suonare, solo ed esclusivamente, quello che passa nei loro cuori neri, con la consapevolezza di non aver niente da dimostrare a nessuno.
Non aspettatevi, dunque, qualcosa di scontato: dentro
"Βυσσοδομώντας" troverete libertà artistica nella sua forma più pura e, lasciatemelo dire, più inquietante e malata... a voi capire, poi, se questa musica possa davvero piacervi.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?