Un arpeggio, che suona un po' demodé, ci introduce a "
Psycollective", che pur essendo un progetto solista del polistrumentista
BeKy (il torinese Ivano Vartuli che ha registrato il tutto presso il Backup Studio), come ci svela nel suo stesso titolo, è un lavoro realmente collettivo, dato che vede la partecipazione di diversi cantanti e chitarristi, che si avvicendano nelle varie canzoni, con
Cosimo De Nola come presenza costante alla batteria e alle percussioni.
Anche "
Sick Life" ha un inizio acustico, per esplodere poi in un riottoso e distruttivo brano Thrash affrontato in maniera feroce da
Mattia Casabona, mentre a proporsi in fase solista troviamo
Valerio Ricciardi, chitarrista dei Dobermann. Si rimane sempre in territori thrasheggianti con "
Forgettable", che ha un avvio e uno svolgimento che ricordano i Metallica di "...and Justice for All", anche per il contributo vocale di
Benny Bianco Chinto e del guitarwork di
Sergio Costa (entrambi dai Six-Point Lead). Si accodano a questo tripudio di Thrash Metal anche
Angelo Σs Voice (ex Evermind) e la seguente "
Out of Power", dove l'affilato assolo di
Andreas Polito mi ha fatto venire in mente quelli dei Blood Feast, poi "
Inferno Interno" dà una bella accelerata e spinge i
Deathox al limite con il Death Metal, da sottolineare il cantato in italiano di E
miliano El Chivo (Il Capro) e la solista di
Francesco Pinter (dai Bullet-Proof).
Sull'energica ballad (con qualcosa degli Annihilator di "Set the World on Fire") "
Drive Yourself" è lo stesso
BeKy a mettersi dietro al microfono, accompagnato dal chitarrista dei The Rock Alchemist,
Beppe Geracitano.
"
I Cannot See the Stars" ha un approccio più asfissiante e brutale, sia per il growling di
Edoardo Irmin Iacono (Gotland) sia per quel martellare ritmico che ne contraddistingue il passo, senza scordarsi delle staffilate di
Luca Milieri (Hypersphere). Inizialmente più ariosa, la successiva "
Doomed", con alla voce
Claudio Facheris (Darkhold ed ex Methedras) e alla chitarra
Andrea Lazzaro (Stush), evolve velocemente in una Thrash song caratterizzata da repentini cambi di tempo e di atmosfera, spigolosi ma forse anche un po' frettolosi. Mi hanno convinto maggiormente la scattante "
Scorpion Sting", dove troviamo il vocalist e il chitarrista dei Feary Tales (rispettivamente
Marco Chiariglione e
Paolo Tabacchetti), la frenesia e il moderato modernismo di una "
Listen to Your Guts" aggredita da
Richard Hupka (Bullet-Proof) e falciata dalle precise rasoiate di
Francesco Tringali, ma anche il passo deciso e diretto (verso la Bay Area?) di "
Timeless", dove non stupisce scoprire al microfono il frontman dei SAD (tribute band dei Metallica)
Mattia Montin, con
Davide Ciardo a piazzare il suo assolo. Non lasciano indifferenti nemmeno il vorticare impetuoso di "
Enter Your Mind", possente mazzata cui si producono due membri dei Kryuhm,
Daniele Laurenti e
Andrea Fracca e la successiva "
No Way Out", dove troviamo alla chitarra il mastermind
BeKy e alla voce
Filippo Arancio (N.I.B. ed ex Sound Storm) episodio che, un po' a sorpresa, lascia trapelare qualche influenza MetalCore, senza però convincere troppo a livello del refrain.
Infine, ci congediamo da "
Psycollective" con un ultimo breve momento acustico, "
Outro", dove la chitarra di
BeKy viene accompagnata dalle note del contrabbasso e della viola di
Elisabetta Bosio dei Mater Dea.
Certo, il continuo succedersi di diversi cantanti, ma anche la varietà nel songwriting di
BeKy, potrebbero portare a guardare a "
Psycollective" come ad una raccolta di diverse band, ad ogni modo il primo disco dei
Deathox ha diverse frecce al suo arco. Tutte vincenti ed interessanti, tanto che per una volta penso che mi tratterrò dal consigliare di trasformare questo progetto in una e vera propria band.
Lasciamo però questa decisione a
BeKy, che ha già dimostrato di avere ottime idee e anche ben chiare.
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