Copertina 8

Info

Anno di uscita:2023
Durata:40 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. ALL NIGHT LONG
  2. TRAP
  3. LONELY STRANGER
  4. STAND UP AND FIGHT
  5. PRISONER IN TIME
  6. STRIKE LIKE A COBRA
  7. NO REASON
  8. NORTHERN LION
  9. DEAD WEIGHT
  10. STONE COLD BONES
  11. AVALANCHE

Line up

  • Jimi Välikangas: bass
  • Antti Hissa: drums
  • Jiri Paavonaho: guitars
  • Niko Vuorela: guitars
  • Arde Teronen: vocals

Voto medio utenti

Ne hanno fatta di strada i finlandesi Temple Balls, nati nel 2009, ma discograficamente parlando attivi solo dal 2017. Da misconosciuta e buona band hard rock, con la release del loro secondo album 'Untamed' sono riusciti a fare numeri sempre più grandi, arrivando non solo a suonare in tour assieme a gruppi del calibro di Uriah Heep, Queen e Sonata Arctica, ma anche successivamente a garantirgli un contratto con la nostrana Frontiers Music. Un cammino ed un evoluzione che non accenna a fermarsi, e che si accompagna in maniera non dissimile a quella musicale che grazie ad una combinazione di un AOR esplosivo, sincero e diretto e una lineup stabile e compatta sin dal debut album ha provveduto a mantenere l'asticella fissata dal quartetto sempre più in alto. Toca quindi ora al nuovo 'Avalanche', uscito come sempre a due anni dal predecessore, confermare l'ottimo stato di salute e verificare che non si sia formata nessun tipo di crepa nel songwriting e che i motori siano ancora caldi e pronti all'azione.



Nuovamente prodotto da Jona Tee, che si è occupato in tempi recenti anche dei lavori di gruppi come H.E.A.T. e New Horizon, 'Avalanche' si avvicina anch'esso di parecchio allo stile delle band citate poc'anzi, e che pur mostrando molti elementi in comune come la facile presa dei ritornelli e l'energia dietro ogni singolo pezzo, riesce comunque a ritagliarsi uno spazio personale e che riesce a non farlo classificare come un clone di altri. Il disco è molto equilibrato tra mid tempo che difficilmente annoieranno, come 'Lonely Stranger' o 'Strike Like A Cobra', ad altri dove la velocità prende corpo, prendasi la Titletrack che nei suoi pochi minuti riesce a dare in sintesi l'essenza musicale dei Temple Balls. Un grande plauso va sicuramente fatto a Arde Teronen, dalla voce carismatica, potente sia sui toni alti che bassi ('Stone Cold Bones' ne è un esempio), che assieme agli assoli eleganti e privi di adrenalina della coppia Paavonaho/Vuorela, segnalando in particolare quello di 'Trap' regala una combo infallibile. Aiuta anche la produzione, cristallina e potente, capace di regalare durante tutto l'ascolto dell'album quella sensazione di trovarsi davanti a un manipolo di pezzi uno più valido dell'altro, e non composti tanto per.

I Temple Balls avvalorano una volta ancora di più il loro posto fra una delle band AOR più valide attualmente, e ormai con una carriera discografica che sta cominciando a riempirsi non c'è l'ombra di nessun cedimento nei paraggi, e speriamo non ce ne sia mai. Per gli amanti di queste sonorità, un ascolto assolutamente obbligato.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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