Molto intrigante il secondo demo-cd degli Stamina, dal titolo “Here to stay”. Il genere musicale che i campani scelgono per esprimersi è un interessante connubio tra sonorità di hard prog e scintillanti suggestioni fusion, eseguito con una preparazione tecnica ed un affiatamento tra i musicisti alquanto sorprendente, tenendo conto che l’età media dei componenti della band è di poco superiore ai venti anni.
L’alchimia sonora funziona alla grande e se pare chiaro che i nostri di musica (appartenente alle varie estrazioni) ne hanno ascoltata parecchia, è altresì altrettanto evidente la loro capacità di metabolizzare le molte influenze in un ibrido stimolante e abbastanza personale.
Questa originalità è dovuta, oltre che ad un gusto nelle composizioni abbastanza inconsueto per una formazione così giovane, anche alla voce di Giorgio Adamo, un vero talento, dalla timbrica d’estrazione hard/blues anni ‘70, la quale, associata alle architetture musicali offerte in questo dischetto, contribuisce a non sottrarre fisicità alla proposta ed inserendosi in modo adeguato nell’economia delle forme eleganti ed affascinanti create dagli altri strumentisti, evita di rendere il prodotto troppo “bizantino”, liberandolo dalla patina di “snobismo” che talvolta riveste questi stilemi.
Il combo evidenzia, come già accennato, ottime individualità in tutti i suoi effettivi, partendo dall’eccellente chitarrista (e compositore) Luca Sellitto, estroso senza risultare eccessivo, passando per il tastierista Andrea Barone, autore di una performance equilibrata e competente e per la dinamica sezione ritmica composta dal bass player Roberto Chiumiento e dal guest drummer Rocco Salzano, senza dimenticare il secondo ospite del disco, Mariano Palazzo, che con i suoi squisiti interventi di sax apporta ulteriore creatività al risultato finale (consiglierei di avvalersi in modo sistematico di questo tipo di contributo, visti gli esiti).
Solo tre le tracce contenute in questo demo, ma tutte abbastanza lunghe e strutturate a sufficienza da offrire una percezione abbastanza chiara delle potenzialità del gruppo: dalla prog fusion adescante della title track, alle trame armoniche illuminate e alle atmosfere mutevoli di “Trapped in the lion’s cage”, fino alla ballad intrisa di sensazioni jazz evocanti ambientazioni notturne e metropolitane di “20 express”.
Le canzoni hanno la caratteristica di piacere immediatamente, ma al tempo stesso, “crescono” con gli ascolti, rivelando nuove sfumature e dettagli, anche per merito d’arrangiamenti bilanciati.
Auguriamoci che “Here to stay”, non sia solo il semplice titolo di questo cd, ma possa essere anche una vera e propria dichiarazione d’intenzioni e che la relativa risolutezza e convinzione, insieme alle virtù prettamente artistiche dimostrate, possa condurre gli Stamina a persuadere qualche discografico a concedere loro un’opportunità importante.
La veste grafica del disco è piacevole, la registrazione buona e abbastanza nitida … ragazzi, potevate fare un piccolo sforzo e fare qualcosa di più per la biografia cartacea, allegata al demo, che non fosse il fogliettino di notes scritto a mano, che invece avete scelto di utilizzare … nulla di grave, visti i contenuti ed è, anzi, possibile che quando sarete famosi questo potrebbe addirittura diventare un cimelio di gran valore collezionistico, però …

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