Pur non essendo così accostabili sul piano musicale, i Black/Speeders
Bewitcher mi hanno sempre fatto venire in mente i connazionali Deceased (fortemente influenzati dal Death Metal), un po' per aver zavorrato la loro discografia con un sacco di demo, singoli e compilation, ma soprattutto per quell'approccio grezzo e sguaiato che li rappresenta.
Giusto per non smentirsi, con
"Deep Cuts & Shallow Graves", i
Bewitcher, anche per festeggiare il decennale di attività, vanno a recuperare ben quattordici canzoni che erano state pubblicate a livello di demo (tra il 2013 e il 2015, e comunque per la maggior parte riproposte sui successivi album) cui aggiungono tre brani più recenti, piazzati proprio in apertura. In realtà le vere novità sono poi solo due, infatti, dopo "
Manifesting Darkness" e "
Our Lady of Speed" che tengono fede allo stile del terzetto statunitense, fa capolino la cover di "
Bastard", in origine su "Shout at the Devil" dei Mötley Crüe, anche questa strapazzata a dovere e passata nel tritacarne dei Bewitcher, che confermano la loro devozione al Dio Giano, la divinità bifronte dai due volti, nel caso quelli dei Motorhead e dei Venom, e in effetti le vocals malvagie e sataniche di
Von Bewitcher sono palesemente ispirate a Cronos. Tanto ora quanto agli esordi, come confermano i "vecchi" episodi, alle prese dei quali e soprattutto nei frangenti più spediti potrei azzardare pure qualche riferimento a formazioni come Warfare, GBH e The Accused.
Della nutrita scaletta, si fa apprezzare il riffing ottantiano e tagliente di "
Midnight Hunters", poi attira la mia attenzione anche "
Rome Is on Fire", più che altro per quei break corali che ne infrangono il vorticare
motorvenomiano. Ma i
Bewitcher lasciano il segno sia con i ritmi spezzacollo di pezzi come "
Rebellion at the Gates of Heaven" e la stessa "
Bewitcher", dove si mettono a rincorrere gli Slayer e i Bathory cercando di non perdere di vista nessuna delle due band, sia quando suonano "
Trial of Swords", "
Harlots of Hell" o "
Hedgerider" e sembra che siano andati sino in Germania a riascoltarsi tutte le uscite Thrash dei primi anni ottanta, e se mi strappano addirittura un sorriso quando ficcano un po' del guitarwork maideniano nel fluire di "
In the Night" mi assoggettano a loro con le emanazioni sulfuree del mid-tempo "
In the Sign of the Goat".
Se volevate una bella botta di energia per affrontare le rigide temperature invernali,
"Deep Cuts & Shallow Graves" con il suo Blackened Speed ve ne fornisce in abbondanza.
"We Are Born in the Sign of the Goat
We are the Moonlight Children"
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