Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:38 min.
Etichetta:Pride & Joy Music
Distribuzione:Soulfood

Tracklist

  1. FIGHT TO THE END
  2. STOP THE FIRE
  3. CREATURE OF THE NIGHT
  4. ANGEL IN THE DARK
  5. BLACK SOUL
  6. BIG CITY NIGHTS
  7. PAPARAZZI
  8. YOU DESTROY ME
  9. STOP THE FIRE (FEAT. SCHWARZLICHT)
  10. ANGEL IN THE DARK (PIANO VERSION)

Line up

  • Sinah Meier: vocals
  • Olli Fuchs: drums
  • Dennis Ward: bass
  • Oliver Hartmann: guitars
  • Timothy Shaw: vocals on ‘Stop The Fire’
  • Toby Wendeler: guitars on ‘Stop The Fire’, ‘Paparazzi’
  • Rick Benton: keyboards on ‘Angel In The Dark’

Voto medio utenti

Coinvolgenti, competenti e (un po’ troppo) “parsimoniosi”.
Con questi tre aggettivi ritengo si possa sintetizzare piuttosto efficacemente l’essenza artistica dei teutonici Freakstorm, rilevata attraverso l’analisi del loro secondo albumAngel in the dark”.
Cominciamo a dipanare la questione partendo dall’attributo più singolare … il gruppo è formato da soli due membri, la cantante Sinah Meier e il batterista Olli Fuchs, riducendo così ai minimi termini il personale esecutivo “titolare”. Continuando sullo stesso tema, l’opera, di durata non straordinaria, prevede due remake e due pezzi ripetuti, realizzati in versioni differenti.
Se la “frugalità” nella formazione è superata brillantemente dalla presenza di valenti ospiti (più o meno prestigiosi … i noti Dennis Ward, Oliver Hartmann e Rick Benton, e i meno conosciuti Timothy Shaw e Toby Wendeler degli SchwarzLicht), il fatto di poter ascoltare così poca musica “originale” finisce per scontentare l’astante, perché, ed eccoci arrivati alla decrittazione delle altre succitate prerogative, il disco è davvero godibile, perfetto per sollecitare i sensi degli estimatori di Pink Cream 69, Laos, Doro, Lee Aaron e Halestorm (la prima canzone registrata dalla band è stata una proprio una cover del gruppo statunitense).
Un suono “classico”, dunque, ma sufficientemente fresco e vivace da non risultare anacronistico, pilotato dalla laringe “educata” della Meier, attrezzata per onorare gli insegnamenti delle Grandi Istitutrici della fonazione modulata e confrontarsi senza timori con le loro eredi più accreditate (Issa, Chez Kane, Elizabeth "Lzzy" Hale, Dorothy Martin, …).
Il resto lo fanno melodie ampie, accessibili ed energiche, pronte ad affascinarvi come accade nell’atto d’apertura “Fight to the end”, in cui l’attitudine poppettosa del ritornello s’impasta a meraviglia con il fraseggio cromato delle chitarre.
Andiamo persino meglio con la successiva “Stop the fire”, la cui melodia contagiosa e “attualizzata” diventa, nella seconda variante del brano, ancora più moderna e “radiofonica”, grazie al prorompente contributo vocale di Timothy Shaw.
Creature of the night” è un vibrante gioiellino sonoro da consigliare ai fans di Vixen, Lita Ford e Fiona, mentre la languida title-track dell’opera non sfigurerebbe affatto nel repertorio di Isabell Oversveen, tanto meno nella sua trasposizione orchestrale e pianistica che chiude il programma.
Con “Black soul” i Freakstorm sconfinano felicemente nei terreni hard-blues (ottima sia la prestazione vocale e sia il raffinato e pastoso guitar-work di Hartmann), per poi sfoggiare, nella delizia acustica “You destroy me”, un pathos che potrebbe addirittura finire per suggestionare chi non ha mai dimenticato la tensione empatica della voce di Dolores O'Riordan.
Arrivati alle riproposizioni, non è difficile constatare una spiccata propensione nel trattare pure questa particolare “materia”, celebrando con devozione e bravura l’immortale “Big city nights” (dei “padri fondatori” Scorpions … una precisazione superflua, sono sicuro ...) e rendendo “Paparazzi” di Lady Gaga un appassionante frammento di possente e adescante metal melodico, adatto anche alle nuove generazioni di rockofili.
Per formulare giudizi ancora più precisi e circostanziati sarebbe stata opportuna una “base dati” maggiormente consistente, ma per ora i Freakstorm impressionano molto favorevolmente.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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