"
The Great Divide" è il terzo full length degli olandesi
Beyond God, se non si considera l'album acustico uscito nel 2019. La miscela sonora non è proprio la tipica della
female fronted metal band, visto che qui, alla voce di
Meryl Foreman, che gira dalle parti del mezzosoprano, si affianca una band molto ma molto incattivita, che non disdegna puntate nel black, che sa usare blast beats, che ricerca in un contro-cantato ferale e demoniaco la sua dimensione ideale. Ne vengono fuori canzoni tra le più disparate: dalla nera "
Frostbite" ad una "
Coronation" che sembra la sorella cattiva di "Imaginaerum" dei Nightwish, dalla nenia tristissima "
The Elder Tree" alla furia sinfonica ma velocissima di "
Aphantasia".
Insomma, un album decisamente insolito un un sottogenere che definire inflazionato oggi come oggi risulta un eufemismo. Un puntino in meno per una produzione che non pulisce ma spesso confonde, per il resto "The Great Divide" merita di essere ascoltato, anche solo per la peculiarità di non essere il solito album symphonic metal al femminile.
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