I
Nekromantas sono un trio siciliano black metal di cui si hanno pochissime notizie, se non che è costituito da
Antonio La Camera,
Lord Malygris e
Countess Liverchard (Female Voice); e che giungono a noi ad inizio 2023 con il loro primo full-length:
“Hades of the Unseen”, prodotto e pubblicato in maniera indipendente.
Il sound dei
Nekromantas affonda le sue radici in quell’entroterra nordico che ha partorito i capolavori del black sinfonico di metà anni novanta. In particolar modo i siciliani strizzano l’occhio a dischi come
“Dusk and Her Embrace” (1996) – i
Cradel probabilmente rappresentano l’ispirazione più forte – e
“Enthrone Darkness Triumphant” (1997). Influenze perfettamente udibili sin dalla doppietta iniziale
“In The Erebos Night”/”The Dim Embrace”.
Non mancano inoltre anche influenze nere provenienti da atmosfere di realtà francesi come i
Seth dell’era
“Les Blessures de l’âme” (1998).
La vena sinfonica dei
Nekromantas viene declinata con un’impronta gotica, nell’accezione che più si addice all’area geografica di riferimento, imperniata su melodie sontuose e al contempo minimali che talvolta assumono fattezze barocco/romantiche, come ben evidenziato all’inizio di
“Wolf Stronghold”.
Ci troviamo di fronte a otto brani incisivi, in cui una certa raffinatezza stilistica, che necessita ancora di essere integralmente smaliziata, entra in rapporto dialettico con un approccio volutamente sgraziato; sia se restiamo all’interno del perimetro tracciato dalle parti più melodiche, sia se ci inoltriamo nelle profondità dell’anima d'acciaio della band.
“Hades of the Unseen” gode di suoni naturali – merito di una buona produzione volutamente retrò –, riuscendo ad attenuare la presenza della drum-machine, e di un certo retrogusto thrash/death che si esprime a pieno nel rifferama sciorinato da
Antonio La Camera.
Vi è da segnalare che le doppie voci clean, maschile e femminile, in taluni frangenti assumono una veste ingenua e un po’ fuori dalle righe, tradendo forse la giovinezza della band, come si avverte più spiccatamente nel brano
“In League With the Ancient Presences”.
Risulta interessante la cover, posta a chiusura, dei finlandesi
Noenum,
“Cult of the Black Sun”; una traccia raw-black completamente trasfigurata in chiave sinfonica.
Un viaggio all’interno di un mondo oscuro, sul filo del precario equilibrio, profuso nelle lyrics, tra attrazione e timore per le tenebre e le creature magiche che popolano la notte…
Sono i
Nekromantas a tenderci la mano e a condurci nella foresta nera, tramite il giusto contrappunto tra efferata brutalità, sontuosità magiche prese in prestito da epoche lontane, e uno squisito gusto old-school che spero proprio sia in procinto di rinascere nel nostro bel paese.
Recensione a cura di
DiX88
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