Carissimi
Immortal Guardian, mi dispiace ma, anche questa volta, proprio non ci siamo!
Il terzo lavoro discografico del quartetto americano, intitolato
Unite and Conquer, è un’accozzaglia male assortita di diverse influenze stilistiche che, a grandi linee, confluiscono in un poco convincente prog-power, dall’andamento piatto e fin troppo prevedibile.
Eccezion fatta per qualche valido (ma sporadico) assolo dell'abile chitarrista/tastierista
Gabriel Guardiola (vedasi brani quali
Echoes o
Divided We Fall), il disco vanta delle composizioni anonime che tendono vagamente a somigliarsi tra loro, un pò a causa del timbro vocale di
Carlos Zema che non ha nell’espressività il suo punto di forza e, in secondo luogo, perché, al loro interno, si possono ritrovare, inseriti a casaccio, sempre i medesimi ingredienti: metal neoclassico, power europeo, elementi progressivi e, giusto per non farsi mancare nulla, un pizzico di gothic-symphonic. Le varie tracce risultano inevitabilmente confuse, approssimative e incisive quanto la frase “
a te e famiglia” pronunciata durante le feste natalizie.
L’andamento di
Unite And Conquer è cosi terribilmente scontato che francamente, arrivati già alla quarta traccia, diventa difficile andare avanti.
Purtroppo, nemmeno i due special guests presenti in questo album, ovvero il grande Ralph Scheepers nell’evocativa (almeno nelle intenzioni)
Roots Run Deep e Vicky Psarakis (autrice comunque di una buona prova, a livello di intensità emotiva, in
Lost In The Darkness), riescono a innalzare più di tanto il livello qualitativo del disco che, prosegue stancamente nella sua mediocrità fino alla conclusiva
Rise Of The Phoenix, accolta dall’ascoltatore con un enorme sospiro di sollievo.
Insomma,
Unite And Conquer è un disco fiacco, pieno zeppo di trame musicali anonime e prive di cuore che ripescano, senza un criterio logico, ma soprattutto, in maniera distaccata, senza seguire il proprio istinto, da Malmsteem, Helloween, Stratovarius, Angra, Kamelot, Primal Fear, Theocracy, Rhapdosy, Galneryus...e chi più ne ha, più ne metta!
Amara considerazione finale: questo è il terzo album degli
Immortal Guardian e, se 3 indizi costituiscono una prova inconfutabile...a voi la facoltà di trarre le opportune conclusioni, io ho già dato!
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