E’ sempre spiacevole non poter incensare il demo di un gruppo italiano, tenendo in considerazione i grandi sforzi (a dire la verità oggi meno ingenti, forse, che in passato) che spesso sono necessari al raggiungimento di tale obiettivo, ma purtroppo ho la netta impressione che per i Lizard, la strada da percorrere sia ancora piuttosto lunga.
La registrazione piatta e poco potente, associata ad un mixaggio piuttosto carente (con quella fastidiosa separazione troppo evidente tra la parte vocale e quella strumentale), non contribuisce affatto a migliorare le cose (anche se si tratta di un demo, per cui non ci si aspetta una produzione "sfavillante", era auspicabile ottenere effetti più convincenti), ma appaiono palesi ben altri e più consistenti difetti.
La bell’immagine di copertina del disco, con le sue tinte tenui, non trova conforto nel metal “gothicheggiante”, contaminato da sonorità alternative (un genere in cui tutto o quasi è già stato detto) suonato dai nostri Lizard, il quale è davvero troppo formale per poter emergere.
La voce di Laura Melis, malgrado cerchi di trovare una sua dimensione, spesso risulta poco espressiva e troppo monocorde, iniziando a stancare abbastanza presto, non esibendo grosse variazioni interpretative e rivelando anche qualche imperfezione nell’intonazione.
In generale, le composizioni della formazione torinese, soffrono d’eccessivo immobilismo: le strutture musicali sono congegnate tutte in modo molto simile, con le vocals in primo piano su di una serie di riffs piuttosto ripetitivi (vedi quello decisamente “scolastico” di “Runaway”), sezione ritmica non molto dinamica e fantasiosa e linee melodiche (quelle che dovrebbero fare la differenza) poco incisive.
Si nota una certa buona volontà ed impegno ed alcuni “concetti” attualmente solo abbozzati (taluni passaggi di “Ghost”, la melodia, tutto sommato, non male di “Breathe”), se approfonditi e plasmati in maniera più matura e personale, potrebbero riservare discrete soddisfazioni.
Questa, quindi, non vuole essere una solenne “stroncatura” senza possibilità d’appello, ma è da considerare come uno stimolo a cercare di formalizzare più adeguatamente le proprie idee musicali, facendo crescere l’affiatamento strumentale (e vocale) e cercando di sviluppare meglio un “proprio” suono.Crescita e maturazione sono necessarie … non mollate e alla prossima!
Contatti: www.thelizard.it
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