I norvegesi
Mayfire nascono dalla volontà (o esigenza?) di dare vita ad un progetto che combini musica e immagini. Per la componente sonora viene citata l'influenza di formazioni come Dream Theater, Ghost, Leprous, In Flames mentre per la parte visuale, tocca ai registi George Lucas (American Graffiti, Star Wars), James Cameron (Terminator, Titanic, Avatar),e Denis Villeneuve (Prisoners, Dune, Blade Runner 2049).
Pur tenendo conto delle band riportate nella biografia, lungo il fluire di "
Cloudscapes & Silhouettes" ho colto anche l'eleganza dei Porcupine Tree, come pure la grinta e il tocco melanconico dei Soen e degli Evergrey, questi ultimi tirati in ballo anche per una certa assomiglianza tra la voce di
MJX con quella di Tom S. Englund.
Visto che i musicisti che fanno parte della band vogliono restare nell'anonimato e si celano dietro a dei nickname, l'unico che riconosciamo è
Baard Kolstad, batterista dei Leprous e Rendezvous Point, qui in qualità di ospite su "
Shadows", episodio dall'animo spiccatamente progressive che segue la ritmata ed energica "
City of Ruins" ("
The Fall" è solo una breve intro strumentale) mettendo in mostra un caleidoscopio di colori musicali, con un bell'approccio melodico e scatti repentini. Una delle canzoni in cui i
Mayfire bilanciano al meglio ruvidezza e pathos è proprio la titletrack, mentre spetta rispettivamente a "
Thicker than Water" e a "
A Sense of Purpose" andare ad esplorare i confini della proposta dei norvegesi, che comunque non si allontanano mai troppo dal baricentro musicale caratteristico dell'album, e lo possono testimoniare episodi come "
Vinternatt" e "
Fearless", al pari della conclusiva e contemplativa "
The Age of Kings", con tutti i suoi chiaroscuri ed intrecci vocali, che sembrano volerci riportare alle atmosfere con cui "
The Fall" ci aveva introdotti nell'immaginario dei
Mayfire, che su "
Cloudscapes & Silhouettes" ci raccontano di uno scenario post-apocalittico dove l'umanità è giunta di fronte all'abisso. Il tutto accompagnato da un campionario fin troppo soffuso, anche nei momenti in cui i
Mayfire alzano i toni, scelta sicuramente voluta ma che a mio parere finisce per trattenere l'impatto dei brani.
Ora che hanno gettato le basi non resta che aspettare le prossime uscite per vedere come si evolverà il tutto.
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