Gli Eletric Press Kit sono un duo francese che propone alle nostre gentili orecchie un paio di cd, "Show Me" ed un omonimo scarno ep contenente un solo pezzo. Ora quì mi si chiederebbe di esprimere un giudizio o almeno descrivere il prodotto musicale di questi due francesi. Inizialmente si ha l'impressione che per qualche errore di spedizione mi siano pervenute delle copie in eccesso o materiale insufficiente. Di fatto ho davanti a me una demo di nome"Show me",con su scritto qualche illeggibile contatto dall'art-work a dir poco casalingo, un adesivo della band -bella idea! peccato che non so che farmene- ed un fogliettino fotocopiato di 7x10. Studio a fondo questi pochi indizi. Dopo intense ricerche in collaborazione con il R.O.S. di Parma, riesco a risalire ad uno strano sito, ad una track-list ad una data di produzione ed a due nomi, presumibilmente appartenenti ai due simpatici ceffi degli EPK. Inoltre inizio ad ascoltare il contenuto dei cd risalente al 2002. Sul suddetto fogliettino c'è una delucidazione sul tiro della band con la quale si ha a che fare: "Eletric Press Kit, a noise cold wave band, influenced by Industrial music...". Ora conosco i loro intenti. Il primo pezzo del promo, "Show Me", sembra essere volutamente rude ed approssimativo, con voci reverberate disperse nelle catarsi di un uomo che farnetica, la batteria elettronica che procede col basso con un ritmo wave dall'inizio alla fine, chitarra iperdistorta in modo digitale, inascoltabile e tagliente (un modo come un altro per procurare un mero fastidio all'ascoltatore),. Il secondo pezzo "Not Very Funny", pur non discostandosi molto dal primo, risulta più piacevole e meglio articolato. Emerge perlomeno un'idea di pezzo nonostante le approssimazioni e i cacofonici cambi di pattern della drum-machine. La chitarra pur restando essenziale struttura dei riff definiti, il basso diventa portante e sembra di essere in preda alle visioni goth-catartiche dei Christian Death di "Deathwish". Stesso discorso per la più ritmata "Psycho Killer". Al quinto brano in francese gli EPK si lasciano in uno sfogo esistenzialista che ha alla base l'autoconvincimento rabbioso della non esistenza. Ontologicamente interessante, innovativamente molto meno.
Gli ultimi due brani sono remixes discretamente riusciti del primo e del quinto brano curati, realizzatati da Gottschalk (almeno così sembrerebbe di leggere). La presenza di questi due remix non può che far migliorare il giudizio complessivo sul prodotto, che per il resto risulta mediocre. Fa intuire che ci siano buone chances per il progetto, ma solo in versione remix! Inserisco ora nel lettore il cd bonus, bianco ed indicante solo la scritta del gruppo. Non promette nulla di interessante, ma la risposta di questo ultimo brano è sorprendentemente superiore a quelli precedenti. Di fatto le chitarre strampalate e fastidiose, il basso crudo ed i pattern di batteria giocattolo scompaiono lasciando spazio ad una proposta decisamente più matura. Sembra, quindi, che abbiamo loro stessi colto il differente tocco offerto dai due pezzi remigati, ed abbiano così intrapreso questa nuova strada. Per ora il giudizio complessivo resta sufficiente, anche se le nuove idee sono ottime. Se in futuro continuassero in questa direzione, potrei perfino diventare un loro fan... Spero non mi deludano!
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