Non so se le vibrazioni create dalle ali di questa farfalla e trasformate in note all'interno di "Feeding flies with butter" potranno creare sconvolgimenti in qualche parte del mondo (parafrasando i dogmi, se non erro, sostenuti dalla Teoria del Caos, dalla quale, presumibilmente, viene preso in prestito il monicker del gruppo), ma una cosa, per quanto mi riguarda, appare molto evidente: questi ragazzi di Genova, al loro primo demo, sono parecchio bravi.
Forti d'esperienze musicali antecedenti a questo progetto e tecnicamente assai preparati in ogni settore, nonostante la recente formazione (maggio 2004), i nostri non palesano i soliti difetti d'amalgama che spesso angustiano le band alla prima prova discografica, ma, al contrario, mostrano una sicurezza compositiva piuttosto cospicua, nella loro esibizione che combina rock alternativo e attitudine progressive.
Si potrà affermare che, allo stato attuale, i Butterfly Effect, non siano straordinariamente originali (ma si può dire la stessa cosa di moltissime altre formazioni decisamente più famose e sovente molto meno valide), tenendo conto della presenza, spesso abbastanza tangibile, dei loro modelli ispirativi che si chiamano Radiohead e soprattutto Muse (a dire la verità i liguri, nei frangenti in cui le assonanze con questi ultimi si fanno più percepibili, sembrano un po' una loro versione più "asciutta", evitando certe ampollosità tipiche del sound dei britannici, ma anche non raggiungendo, per il momento, la loro straordinaria passionalità musicale) per analoga intensità emotiva e potenza sonora, nonché per le acrobazie vocali che talvolta accomunano il singer Ricky e i suoi illustri colleghi Thom Yorke e Matthew Bellamy, senza scordare un certo orientamento interpretativo che lo accosta, altre volte, al magnifico Serj Tankian (System Of a Down), nelle sue esposizioni meno rabbiose. Come vedete si tratta di riferimenti tutt'altro che banali e l'essere in grado di sostenere il confronto al cospetto di questi prodigi è già di per sé un gran risultato. Quello che piace in modo particolare, poi, è l'approccio al prog piuttosto "classico" che i Butterfly Effect riescono ad inserire nei loro brani, così attenti, contemporaneamente, anche alle sonorità più contemporanee. Tutte le specifiche sopra descritte risaltano a partire dalla pregevole "Antropophobia", contrassegnata da illuminanti interventi chitarristici, seguita da "The witch", la quale dimostra, ancora una volta, le ragguardevoli doti tecniche della band, sulle quali si stagliano l'eclettismo canoro di Ricky e le chitarre di Massy e Greg e dall'eccellente "Vespertine", un brano molto allettante nel condensare atmosfere acustiche ed improvvisi squarci veementi. E' tempo di ascoltare la particolare "Chain of lust" e le sue estrose aperture e che dire di "Butterfly effect" un altro gioiellino d'umori cangianti, con accelerazioni e rallentamenti improvvisi, break di grande fervore espressivo ed esempio lampante del rilevante temperamento artistico della band al gran completo.
Non posso che esternare tutti i miei più sinceri complimenti per la musica proposta dai Butterfly Effect, da giudicare già al momento alquanto coinvolgente ed emozionante e che se saprà in futuro anche aumentare ulteriormente la sua personalità creativa, credo che non potrà che consacrare il gruppo come un'importante realtà del panorama alternativo tricolore.
Contatti: E-mail:
butterflyfx@fastwebnet.it
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