Una band con l’irruenza dei Nonpoint di “Statement”, con il groove cupo e convulso dei Mudvayne ma con solido ancoraggio agli stilemi classici del Thrash Metal. Questa potrebbe essere una valida definizione degli Steadfast, band della provincia di Novara qui al primo demo.
La band mette in fila quattro pezzi davvero interessanti, ricchi di spunti e mai domi nel loro incedere inarrestabile, ricchi di dinamismo sonoro e di ritmiche stoppate, rallentate, accelerate, distorte.
Già dall’opener “Kill” si inizia a fare headbangin’, con la piacevole novità di una tastiera appena accennata che puntella le chitarre contorte. La successiva “Solitude” ha momenti “panterosi” di notevole spessore, anche grazie al cantante Giovanni Bucelloni e alla sua voce ruvida e sgraziata.
Su “Face Your Fears” tornano le tastiere, in maniera più sostenuta, pur restando la canzoni un bell’esempio di groove animalesco, grazie al basso ipersaturo e distorto, alle chitarre che graffiano e al secondo cantante che ha un’impostazione rappata nel canto, la quale si amalgama molto bene con l’altro cantante.
La conclusiva “The Dreamer” ha un’attitudine spaccaossa, grazie alla velocità che qui sale in cattedra, e si respira aria di debordante hardcore, anche se le tastiere tornano a farsi vive in maniera piuttosto interessante. Il rifferama di questa canzone è davvero devastante e chiude in modo degno un demo davvero molto interessante.
In conclusiva questi Steadfast rappresentano davvero una notevole sorpresa, l’unico consiglio che mi sento di dare, e mi auguro che lo seguano, per il loro bene, è di proseguire nella ricerca stilistica ma di non tralasciare per alcun motivo il dinamismo di questo “Sediments”. Il dinamismo è la ragion d’esser di questo tipo di sonorità, ci sono bands che al quarto disco non hanno ancora trovato la chiave di volta, voi ci siete riusciti al primo demo. Complimenti.

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