Inizia con la rivisitazione in chiave rock sinfonico orchestrale di "Libertango" di Astor Piazzolla (reso celebre anche da una versione cantata da Grace Jones) questo concept incentrato sul viaggio spirituale di Shinta, da uno stato onirico ad una spaventosa realtà, tema alquanto complesso ed introspettivo affrontato dal trio palermitano all'attivo dal '96 e già autore di due demo nonchè una rivisitazione di "Triangolo" (Renato Zero) scritta per un concorso mai avvenuto organizzato da Vitaminic. Grandi idee ed una certa originalità di stile, con ispirazioni che vanno sia ai Marillion di Steve Hogarth che agli Anathema, Pat Metheney che al prog metal (Queensryche e Dream Theater molto presenti in "Burning hope", "Daybreak" e "Les mysteres du chateau hantè"), senza mai eccedere in stravaganze tecniche o numerosi cambi di tempo, mantenendo però una certa sobrietà e pacatezza che servono a meglio descrivere le atmosfere mistiche, sognanti ed inquietanti (aumentate dall'uso di effetti come tuoni e pioggia, canti indiani e minacciosi cori operistici) che prevalgono sulla componente prog metal, con incursioni nel funky ("Abitta funky") e nell'elettronica dei sintetizzatori ("Discophobia"). Molto bravo Gabriele Taormina a districarsi tra tutti i tipi di tastiere, con principale riguardo per il pianoforte, così come Toralbo alle chitarre che però dovrebbe migliorare il cantato troppo monocorde e un po' insicuro con l'inglese. E' un disco che richiede molti ascolti, avrebbe potuto trovare maggior interesse con una produzione più accurata (altro grande difetto), comunque prospetto un "orizzonte luminoso": più determinazione nel cantato, limitare l'uso delle doppie voci, una maggior cura nella struttura dei brani ed i risultati non mancheranno ad arrivare, così come l'interesse di qualche label.
Contatti: www.brighthorizon.it
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