Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:53 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. FROM THIS DAY ON
  2. HOW LONG
  3. EVIL BOB
  4. I KNOW YOU KNOW
  5. INTO NOTHING
  6. IN THIS ROOM
  7. STATE
  8. DO YOUR WORST
  9. THE HUNGER
  10. BOX OF FEAR

Line up

  • Alf Wemmenlind: vocals
  • Anton Johansson: bass
  • Thomas Diurfelot: keyboards
  • Magnus Kristensson: guitar
  • Mats Bergentz: drums

Voto medio utenti

Se solo potessero godere di qualche interessamento da parte di MTV o di frequenti passaggi radiofonici, questo quintetto lascerebbe senza lavoro gente come Creed, Nikelback, Linkin Park e buona parte di tutto il cosiddetto "nu-metal" USA, e con questo penso di aver già detto molto sulle potenzialità di questa band alla sua seconda release e dopo un tour di supporto a DIO in scandinavia. Un artwork molto "Pain of salvation", un concept con lyrics introspettive, un sound sempre magnificamente sospeso tra hard rock "moderno" e sprazzi di prog metal (senza tempi dispari e fughe strumentali, con le tastiere sempre presenti), con la durezza tecnica di chitarra alla Threshold e Tool, linee di basso martellante (l'opener "From This Day On" richiama anche i Soundgarden e farebbe furore in radio). Il cantato di Alf è perfetto sia nei momenti più aggressivi che in quelli più "pacati" e melodici (valga per tutti il refrain di "How Long", con echi di chitarre Queensryche e tappeti di tastiere che riempiono il tutto, o "Evil Bob", anch'essa con toni più sommessi, roba da far invidia ai ben più famosi gruppi già citati ad inizio recensione). Difficile stilare una lista dei migliori brani, nei quali la componente più hard esplode in strepitosi melodici refrain con tanto di cori (attenti a non farvi contagiare anche da "I Know You Know"),o come in "Into Nothing" dove la rabbia esplode nel refrain, quasi a spezzare la calma atmosfera di fondo, mentre in "Do Your Worst" è ancora Alf a salire in cattedra, con una prova vocale intensa e profonda, a volte quasi "rappata" ma ritmica, e il finale urlato con il gran sottofondo di tastiere è da incorniciare.
Ancora una grande proposta che arriva dalle lande più oscure e gelide dell'Europa, un vero peccato lasciarsela sfuggire, se solo i Queensryche dopo "Promised Land" fossero usciti con una cosa del genere...
Recensione a cura di Carlo Viano

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