E son dieci, cifra tonda per gli statunitensi
The Rods, che arrivano in questo inizio 2024 a coronare con
'Rattle The Cage' il loro, appunto, decimo album in carriera. Carriera che, primo scioglimento a parte nel 1987, conta diverse canzoni che sono entrate a far parte dell'immaginario heavy metal con dischi di assoluta qualità come 'Wild Dogs' o 'Heavier than Thou'. Ho sempre apprezzato poi la volontà dei due veterani
Carl Canedy e
David "Rock" Feinstein nel rimettersi in gioco all'età di 60 anni nel 2010, riformando la band e dando vita comunque ad altrettanti album molto validi, che non hanno contribuito certo ad inventare qualcosa, ma dove è tangibile la passione e l'amore verso una musica che i
The Rods, senza ombra di dubbio, non hanno mai smesso di celebrare nel giusto modo. Questa nuova release arriva cinque anni dopo il buon 'Brotherhood Of Metal', uscito nel 2019 e quindi in periodo ancora pre-pandemico, il che potrebbe spiegare il perchè di tutti questi anni di attesa, anche se comunque la band non ha certo frenato, dando alle stampe nel mentre un live album, un box set, e la versione per il quarantennale di 'Crank It Up'.
[Copryright @Roger William Theise]
Con una copertina raffigurante sempre le tre mascotte, e una produzione del disco affidata a
Chris Collier,
'Rattle The Cage' propone diverse sfaccettature del genere, senza la presenza di ballad o simili, ma puntando comunque sempre tutto sull'impatto, declinato come detto in diverse facce. Si passa dall'heavy classico di pezzi come la Titletrack o
'Shockwave', a mid tempo stile
'Play it Loud' che ricordano un po' i Saxon, passando poi per
'Now And Forever' che con l'inserimento in piccolissime parti di qualche tastiera non preclude il risultato complessivo, andando a colpire esattamente al centro di ogni appassionato del genere. Un gran bel lavoro viene svolto dal bassista
Freddy Villano, ex Quiet Riot negli anni 90', e dove è proprio al basso che viene dato un lavoro di primo piano, risultando molto alto nel mix, ma non per questo andando a guastare l'ascolto delle varie canzoni, sentire per esempio
'Metal Highways' per farsi un'idea. Scorrendo la tracklist ovviamente non ci si può aspettare un chissà che songwriting ricercato, ma alla fine con certi dischi è la musica in sè che conta, e in questo caso possiamo dire che l'esito è davvero azzeccato. Si conclude con la veloce
'Hearts Of Steel', un vero e proprio tributo all'heavy metal con reminescence motorheadiane.
Fan dei Saxon, Sinner, Anvil, Raven et similia? Non fatevi sfuggire in nessun caso
'Rattle The Cage', ulteriore prova che a far la buona musica non è l'età o concept album di un'ora e mezza, o sinfonie varie, ma solo una gran bella dose di dedizione e amore verso un genere che, perseguito in questo modo, non morirà mai.
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