Sulla carta il progetto
Bright & Black è decisamente affascinante. Pesi massimi del rock più o meno duro del calibro di
Eicca Toppinen degli
Apocalyptica,
Fredrik Åkesson degli
Opeth,
Erik Danielsson dei
Watain,
Nico Elgstrand degli
Entombed AD e la coppia
Tomas Haake/Dick Lövgren dei
Meshuggah si confrontano con la composizione orchestrale per dare libero sfogo alle proprie pulsioni più epiche.
Ma spesso le buone intenzioni non bastano. In molte occasioni gli arrangiamenti suonano forzati, tradendo una conoscenza un po’ limitata della materia nonostante il paziente lavoro di cesello del direttore d’orchestra
Kristjan Järvi, capace di fare emergere le influenze hard & heavy senza nascondere la propria formazione “colta” (
“Bloodgrind”, “Armies Of The Preposterous”).
Atmosfere da kolossal hollywoodiano (
“Can’t Explain This”, “Midnite Son”) si alternano a episodi da
adventure movie più canonici (
“Collateral Damage”, “And Flesh And Blood”), un
cliché come i tanti riconoscibili richiami a Hans Zimmer e ai suoi adepti (
“The Secret”, “Mounts Of Misfortune”).
Convincono però l’eterea e sospesa
“A World Of Strange”, la breve e concitata
“From Dust And Mud” e i due brani che aprono e chiudono il full-length. Se
“Nidhugg” fa pensare a un tributo sinfonico a John Carpenter,
“End Of All” suona come un commiato in punta di piedi intenso e personale.
Eccessivo anzichenò.
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