Se per loro si è “scomodato” un produttore di consolidata fama del calibro di
Nick Brine (Oasis, Stone Roses, Ash, Carcass, New Model Army ...) e le note promozionali ti inducono ad immaginare i
The 355’s come la figurazione de “
… i fratelli Gallagher impegnati in studio con The Black Keys e The White Stripes” è praticamente impossibile non riservare al primo
Ep della
band britannica, titolo “
Jig a jig out”, una motivata attenzione.
All’ascolto, il
4-tracks conferma in qualche modo il suddetto (assai improbabile, nella realtà …) sodalizio e si candida altresì per lusingare i sensi di chi ha apprezzato “gente” come The Vines, The Libertines e The Strokes, in un misto oculato di
garage rock,
punk,
soul e
blues.
La
title-track dell’
operina sembra davvero il risultato di una
jam-session tra The Black Keys e Oasis, mentre con il delizioso
slow “
Esther” a prendere il sopravvento è il
Britpop più raffinato (qualcosa tra gli stessi Oasis e i precursori The Smiths), per poi lasciare spazio, con “
Piss on my party”, alle velleità
punk-eggianti del gruppo, che trovano sfogo in un
anthem saggiamente anfetaminico, figlio della generazione
mod (The Jam, The Kinks, …).
“
You & I”, infine, rivela il lato più romantico, “sinfonico” e psichedelico (e un po’ stucchevole, pure …) dei
The 355’s, strizzando palesemente l'occhio a quei The Beatles così seminali per l’intero movimento musicale a cui i nostri si riferiscono in via prioritaria.
Saranno famosi? Al momento i dati a disposizione non consentono di formulare anche solo un (già di norma molto difficile) pronostico, ma i presupposti per una certa affermazione non mancano …
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