Dalle lontane galassie ecco arrivare i
Kontact, band canadese che, pur essendosi formata solo due anni fa e dopo aver rilasciato un EP di presentazione, arriva un anno dopo al debut
'Full Contact'. Trovo che la tematica fantascientifica,o comunque il categorizzarli in questo filone, ben si addica al suono di questo gruppo, in quanto non solo concettualmente a livello di testi, non tutti quelli dell'album ma una gran parte, in quanto tutto fa pensare ad un tipo di heavy metal strano a primo impatto, fuori dai normali binari dove solitamente corre questo genere. Fortissima quindi potrete capire l'ispirazione a band come gli Agent Steel, anche vocalmente da parte del singer
Ian Lemke, qui denominato come
The Alien, dai toni vocali alti e acidi, e che alcuni potrebbero già conoscere per i suoi trascorsi con Blackrat e Witchstone.
Il forte di
'Full Contact' è infatti questo essere diverso, unico, riuscendo comunque a rientrare nei canoni di un genere ben preciso senza tradire gli stilemi di quest'ultimo. Come vedremo fra poco in alcuni casi si spinge troppo su questa caratteristica ma, come spesso si filosofeggia, anche nell'infinito dell'universo e nel suo apparente esere contraddittorio, c'è un filo logico ben distinto, ed effettivamente i
Kontact questo ce l'hanno, un po' confuso, ma ce l'hanno.
Con una produzione che sembra essere uscita direttamente dagli eighties, il disco dura anche poco rispetto allo standard che nell'ultimo decennio si è visto sempre più alzare verso i 50 minuti ed oltre, ma la proposta della band riesce comunque a far centro e ad incastonarsi nella mente dell'ascoltatore. Con effetti musicali qua e là, sopratutto ad inizio e fine delle varie canzoni che ricordano un po' i Voivod, ci si lascia trasportare da pezzi come
'(Return of the) Astral Vampire' o
'Spectral Fire' che non hanno dalla loro riff originali o particolarmente innovativi, ma che corredati dal mood molto "futuristico" del disco destano sempre curiosità e, conseguentemente, attenzione. Brano cardine di questo concetto è senza ombra di dubbio
'Watcher at the Edge of Time', marziale, una sorta di lunga marcia dove tra la performance straziante di
Alien e gli assoli della coppia
Matt / Morf (invito a leggere i nomi completi) che sembrano riportare indietro nel tempo, il risultato è talmente strano ma al contempo efficace.
Fuori dall'ordinario? Assolutamente sì. Per questo da ignorare? Per nulla, anzi cogliete l'occasione per decidere da voi se giudicarli come insoliti e inconsueti e passare oltre, o se dare una possibilità e cercare di entrare nella loro visione musicale.
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