Insepultus - Deadly Gleams of Blood, Steel and Fire

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2023
Durata:28 min.
Etichetta:Loud Rage Music
Distribuzione:Loud Rage Music

Tracklist

  1. THE LAST BATTLE I
  2. THE LAST BATTLE II
  3. THE WRECKAGE OF THE EARTH
  4. THE WORLD'S HEART
  5. HELL UPON EARTH
  6. THE OLD LIE
  7. THE TRUMPET SOUND

Line up

  • Robert "Sepultus" Pieptan: Bass, Effects, Guitars, Keyboards, Vocals, Songwriting

Voto medio utenti

Insepultus è una one-man band rumena inizialmente attiva tra il 1998 e il 2004, la quale pubblicò un solo demo, e che dopo quasi un ventennio di inattività è tornata a farsi sentire nel 2023 con il suo primo full-length: “Deadly Gleams of Blood, Steel and Fire”, sotto l’egida della Loud Rage Music.

Robert “Sepultus” Pieptan – il polistrumentista che tiene in piedi il progetto – ci propone un black metal feroce e piuttosto tecnico, con molti punti di contatto sia con il passato che con le evoluzioni più moderne, e un’influenza death piuttosto marcata la quale si ripercuote anche con un certo utilizzo, in alcuni passaggi, di un growl estremamente baritonale (“The Last Battle II” e “The World’s Heart”, per esempio); mentre in altri si assiste ad un viraggio delle coordinate stilistiche nella direzione del deathcore.
Pieptan vuole trasportarci negli orrori della guerra, visti attraverso gli occhi di un giovane soldato in prima linea. Non c’è spazio per la gloria o la grandezza, solo morte, distruzione, dolore, sangue, tremori e angoscia. Il male assoluto.
Come si può evincere da quello che è stato appena scritto, vi sono molti elementi drammatici in questo disco che si ripercuotono anche sull’interpretazione al microfono del blackster rumeno, culminante nello struggente parlato, accompagnato dalla chitarra classica, di “Hell Upon Earth”. Anche se a mio parere l’"esperimento” non è riuscito a pieno…
Il black che si respira con Insepultus è comunque sia molto brutale e basato su tempi estremamente veloci, senza però disdegnare trame melodiche di sottofondo, soprattutto per quel che riguarda le chitarre; riportandoci così un po’ indietro alla scuola svedese della seconda metà degli anni ‘90, per la precisione a Dissection, Lord Belial, Dark Funeral, Sacramentum e altre band limitrofe a tali sonorità.

“Deadly Gleams of Blood, Steel and Fire”, agevolato dalla sua breve durata (28 minuti), scorre via molto piacevolmente, e lasciando pochi attimi di respiro, riesce a tenere l’ascoltatore con lo sguardo sempre rivolto sul nero del suo abisso.
È indubbiamente un come back di buon livello, anche se sarebbe auspicabile uscire un po’ di più allo scoperto dalla trincea già scavata e percorsa dai maestri del genere; e inoltre cercare di conferire maggiore unità alle influenze di cui vi ho accennato poco sopra.

Recensione a cura di DiX88

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