Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:39 min.
Etichetta:Chaos Records

Tracklist

  1. THE LAST CINDERS OF HOPE
  2. JAW'S DECREE
  3. DOOM, CERULEAN
  4. SWORDS DRAWN
  5. LAZURITE THRONE
  6. SPEAKING SILIENCE
  7. PYRES
  8. INFLATION OF KINGS

Line up

  • Mathias Kamijo: all instruments

Voto medio utenti

Il disco di esordio degli svedesi Dead Earth, il qui presente "Et Disperdam Illud", fu realizzato in solo formato vinile nel 2022, mentre, oggi, grazie all'interesse della Chaos Records, ne viene distribuita l'edizione in CD più facilmente reperibile sul mercato discografico, cosa, questa, positiva poiché l'album è un buonissimo esempio di Melodic Black Metal svedese che potrà fare la felicità degli amanti di determinate sonorità.

Dietro il gruppo abbiamo la mente di Mathias Kamijo, musicista con una lunga esperienza nei blackster Algaion ma anche live guest per gli Hypocrisy, il quale, forte di questa importante militanza in ambiti estremi, confeziona un lavoro "intimo", ricco di melodia, a tratti sognante, riuscendo ad amalgamare queste componenti con le partiture più violente in maniera efficace e dal sicuro impatto emotivo, anche grazie ad un riffing particolarmente ispirato e ad una ottima registrazione che esalta ogni "anfratto" della proposta.
"Et Disperdam Illud" è un album dalla forte componente atmosferica, denso di sensazioni invernali, avvolto da una patina di tristezza perfetta per i mesi più freddi, e debitore di quello che era il suono estremo svedese di metà anni '90 dal momento che, se si ascolta con attenzione, sarà facile cogliere rimandi ai primi Lord Belial (riletti in chiave molto più "tranquilla") ma anche ad act come Gates of Ishtar e Sacramentum, sempre, comunque, ripresi in una interpretazione più dark, più sofferente e, a volte, quasi disperata, come se i Dead Earth, in omaggio al loro monicker, volessero riprodurre in musica il lato doloroso della vita e quel senso di ineluttabilità che, spesso, viene fuori dalle loro canzoni fino ad essere sublimato nella, bellissima, "Inflation of Kings" che chiude un lavoro scolpito nella tradizione e nella passione.

I Dead Earth non re inventano la ruota, ma la fanno girare nel verso giusto e, tra note malinconiche, pattern ipnotici, e scream esasperato, sapranno toccare l'animo dei più sognatori tra gli ascoltatori.
... e la neve cade silenziosa.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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