Sei anni dopo
‘Harvest Of The Adept’ ep d’esordio per questa band proveniente dall’Indiana, esce finalmente il primo album su lunga distanza per i
Karkosa ... il quartetto di Fort Wayne ci delizia con un ottimo blackened death metal tecnicamente vario e valido che spazza via tutto quanto gli si para di fronte grazie ad un sound compatto , potente e avvolgente ... In alcuni momenti il quartetto si lascia andare a delle parti sinfoniche che poco hanno a che fare con il loro backgorund e che mi sanno molto di vile opportunismo vista la moda del momento, ma per fortuna si tratta solo di rare sbandate ... se si soprassiede a questi piccoli, ma spiacevoli svarioni, quello che ne resta sono delle composizioni assassine che si reggono su riffs tecnici ma non cervellotici e su una batteria impazzita che picchia durissimo per tutta la durata del platter ... questa voglia di annichilire l’ascoltatore finisce un po’ per inficiare la proposta che, senza la dovuta attenzione, potrebbe risultare troppo omogenea e stantia, ma che a ben vedere e con un buon numero di ascolti riesce perfettamente nel proprio intento. La produzione è praticamente perfetta, a parte per il basso, ma questo sembra non essere un problema a livello estremo, per il resto tutto è ben bilanciato e al proprio posto e contribuisce alla perfetta riuscita dell’album. Da sottolineare anche la volontà di ‘sperimentare’ con un largo spettro di vocals che sicuramente contribuisce a mantenere alta l’attenzione ... In definitiva mi sento di consigliare vivamente questo
‘Esoterrorcult’ soprattutto a chi ‘non ha paura’ di trovarsi di fronte ad un muro di suono proferito da una vera band di sostanza che poco lascia all’immaginazione e che fa della ‘concretezza’ sonora un vero marchio di fabbrica. Nudi e crudi, duri e puri, i
Karkosa iniziano nel migliore dei modi il loro viaggio nei meandri dell’estremo.
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