Cavolo, i
Borknagar non ne sbagliano uno! Non so quale patto con gli dei norreni abbiano fatto, ma nonostante cambi di line up e tutto il resto anche stavolta hanno tirato fuori la carta vincente come il più scafato dei pokeristi.
Tornando alla formazione, qui non troverete più il buon
Vintersorg, ma
Jostein Thomassen alla chitarra proveniente dai prog metallers Fracture.
A detta del leader
Øystein G. Brun, l’album vuole specificatamente esaltare le caratteristiche di ogni componente della band e bisogna dire che l’obbiettivo è stato ampiamente raggiunto.
Vi faccio qualche esempio, ascoltate la seconda traccia “
Nordic anthem”, melodie piene, un tappeto percussivo lento e soprattutto un chorus perfetto con una melodia che prende e un sapore prog.
Altro pezzo immenso “
Star ablaze”, dove il viking metal dei norvegesi si esalta alla massima potenza.
Qui perché hai dei campioni che sanno colorare bene le emozioni vocali e non urlare a casaccio, come
ICS Vortex e
Lars A. Nedland, poche chiacchiere.
Poi come sanno mixare bordate estreme dove la rabbia black epica e nordica si amalgama con una venatura progressive rendendola unica riesce solo a loro.
Questo dodicesimo sigillo cresce con gli ascolti, come assaggiando un piatto tristellato o un vino pregiato ci si accorge dei vari sapori o profumi, qui il tessuto sonoro ha una gamma ampia di qualità assoluta.
“
The wild lingers” è un brano lento, pieno di pathos con un gran lavoro di chitarre e tastiere che non si sovrappongono ma collaborano a rendere il brano malinconico ed i cori ti trasportano lungo i ghiacciai impervi del nord.
Ragazzi miei, qui abbiamo a che fare con uno dei dischi più belli di questo principio 2024, sicuramente va nella mia top di fine anno e mettete via i soldini e fatelo vostro, vi conquisterà.
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