Gli
Etoile Filante nascono intorno al 2014, in Francia, con la volontà di esprimere il loro fascino per i misteri della trascendenza, e nel tentativo di dare una personale interpretazione di ciò che potrebbe esserci dietro concetti quali il destino o l'eternità. L’EP
«Traité sur le Monde et la Lumière», registrato nel 2014, è stato il primo tentativo di esprimerlo, e solo un anno dopo si unirono
Phobos ed
Einsiedler.
La prima opera lunga invece risulta datata 2020,
“Magnum Opus Caelestis”, rilasciata tramite la
Northern Silence Productions.
Si ripresentano oggi, nel 2024, con il loro secondo LP,
“Mare Tranquillitatis”, sempre sotto l’egida della
Northen.
I francesi ci consegnano la loro nuova fatica con queste parole:
“Da allora (
da intendere da dopo il debut)*, non abbiamo mai smesso di guardare le stelle, cercando di trovare in esse la risposta di questo cammino spirituale. Fu allora che è nata l’idea dietro
“Mare Tranquillitatis”.
Questo viaggio finirà mai? Esiste una fine? Stiamo viaggiamo nel vuoto come degli sciocchi cercando disperatamente Atlantide?
*N.d.R.: il corsivo è mio.
“Mare Tranquillitatis”, con la sua forte componente ambient, si va a collocare nel filone dell’atmospheric black metal. Si tratta di circa quaranta minuti distribuiti su sei tracce dove le componenti atmosferiche sono date da un utilizzo piuttosto marcato, tuttavia mai invadente, dell’elettronica, tramite i classici synth e la ripresa in mano della magia del theremin da parte di
Chazoul.
Il theremin, per chi non lo sapesse, è uno strumento elettronico fino a poco tempo fa caduto in disuso, il quale si controlla con il movimento delle mani senza che vi sia il bisogno di toccarlo…Invito il lettore ad approfondire.
In questo album abbiamo atmosfere forse un po’ inusuali per il genere, non tanto perché non vi siano altri prodotti che similmente diano la precedenza alla dimensione ambient, quanto perché è quasi esente dalla componente prettamente dark che di solito si associa a tali elementi nel black.
Viene data priorità all’evocazione di situazioni eteree dai toni spesso cristallini, e a dimensioni oniriche avvolte dall’insondabilità del mistero.
Ovviamente non mancano le peculiarità del metallo nero: abbiamo lo scream, il classico dinamismo ritmico a cui siamo abituati, e i suoni di chitarra saturi e leggermente impastati con gli altri strumenti; il tutto corroborato da un sound complessivo ben comprensibile ma non eccessivamente accomodato.
Il songwriting è molto interessante, si ricercano strutture progressive e si fa un ampio uso delle melodie, le quali raggiungono il loro apice nel sofisticato e poliedrico rifferama di
Chazoul, che si amalgama alla perfezione con la componente elettronica.
“Mare Tranquillitatis” è un prodotto raffinato ed equilibrato in tutte le sue sfaccettature; richiede tempo per essere adeguatamente percorso nelle molteplici e contrastanti correnti che riesce a contenere.
…Un mare magnum da cui farsi trasportare senza opporre resistenza.
Recensione a cura di
DiX88
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